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martedì 26 giugno 2012

PIRAMIDI D'EGITTO, UN MISTERO SENZA TEMPO


Mentre i miracoli del mondo antico cadevano uno dopo l’altro, loro continuavano a resistere al tempo: le Piramidi egiziane sono nate dall’ambizione di vivere per sempre. La parola piramide deriva dalla lingua greca, “pyramis”, nome preso probabilmente dalla tipica torta egiziana. Ma per gli egizi la piramide significava molto di più. Era la garanzia dell’immortalità del loro faraone, del loro conduttore, quindi del loro regno.

Nei tempi protodinastici i corpi dei defunti erano seppelliti in semplici tombe, nell'anonimato della sabbia e del deserto. Entravano in un processo di mummificazione naturale, come lo testimnoiano i vari cimiteri dell'area intorno alla valle dei re. Già in questa epoca gli egizi credevano nella vita dopo la morte, visti gli oggetti ritrovati accanto a queste mummie.


Durante le prime dinastie i sovrani iniziarono ad usare delle strutture di seppoltura più elaborate destinate ai membri della corte. Le tombe a màstaba erano costituite un "gradone" di forma tronco-piramidale. La struttura conteneva alcune cappelle rituali e due porte: una "falsa", attraverso la quale era consentito al defunto lasciare l'aldilà per andare a ricevere le offerte deposte dai vivi, ed un pozzo, chiuso con pietre e detriti, molte volte assai profondo, che dava accesso alla tomba vera e propria. La parte esterna della mastaba ha come funzione quella di chiudere l'accesso alla tomba e di segnalare la presenza del sepolcreto.


La costruzione di piramidi parte dal grande architetto egizio Imhotep, che realizzo la prima piramide 100 anni prima di quella di Cheope, per Djorser. Al quel tempo i faraoni si seppleivano in tombe chiamate mastaba, Imhotep, il quale per la tradizione è anche fondatore della scienza medica egizia, ha avuto l'idea di mettere più mastaba una sopra l'altra, creando così la prima piramide a scaglioni nel deserto di Saqqara.


La transizione dalla piramide a gradoni a quella con le pareti lisce ebbe luogo, durante il regno del Re Snefru, padre di Cheope, a Meidum, circa 70 chilometri a sud di Cairo. Nata probabilmente come piramide a gradoni, e forse proprio per questo, o per l'ancora poca esperienza architetti, la struttura collassò scoprendo di nuovo l'aspetto originale a gradoni che possiamo ancora oggi ammirare.


 Snefru costruì altre due piramidi, a Dashur. Il primo è stato progettato con una vera struttura piramidale a facce piatte, ma l'angolo di 54 gradi era troppo ripido per poter completare il progetto. Inoltre, il terreno non sufficientemente solido, causava ulteriori problemi di stabilità, poi risolta variando l'angolatura a 43 gradi. I lati in quel punto, perciò si elevano con un angolo minore e creano uno spigolo, da dove anche il suo nome di Piramide Romboidale. Insoddisfatto della sua riuscita, Snefru realizzò un'altra piramide, che sceglie per luogo di sepoltura. A causa del colore delle sue pietre, quest'ultima è chiamata anche la "piramide rossa" e ha le dimensioni quasi quanto la Grande Piramide di Cheope. La sua base di 220m e la sua pendeza di 45°, lo innalza a ben 104m.

 Cheope voleva sorpassare il suo padre, costruendo una piramide ancora più grande, ancora più imponente. Alta in origine 147m, ha oggi un'altezza lievemente inferiore a causa della rimozione del rivestimento di calcare e del pyramidion.

 Faraone

 L'ossessivo desiderio per l'immortalità dei faraoni della quarta dinastia, insieme alla volontà e la credenza del popolo egizio, hanno permesso non solo di costruire i meravigliosi Piramidi di Giza, ma anche di costituire la prima superpotenza del mondo, segnando il trionfo dello spirito umano d’avanti alla morte.



La Costruzione delle
Piramidi

 


Da molto gli archeologi e gli storici si dibattono su come vennero costruite le piramidi, ognuno di loro ha una teoria che tenta di far prevalere facendo a noi perdere utilissime e importanti conoscenze.
 

Ecco alcune teorie:

Rampe per la costruzione:

Uno dei problemi principali che i costruttori di piramidi dovettero risolvere fu il sollevamento dei pesanti blocchi di pietra fino all'altezza necessaria. Il metodo usato dagli antichi Egizi era quello di servirsi di rampe a piani inclinati di mattoni crudi e pietrisco lungo i quali i blocchi venivano trascinati, dopo essere stati caricati su delle slitte di trasporto.



Man mano che la piramide aumentava in altezza, la lunghezza della rampa e la larghezza della sua base venivano aumentate per mantenere una costante pendenza (10% circa) e per evitare che la rampa crollasse.


Probabilmente le rampe erano molte che salivano sulla piramide dai lai differenti.
Ci sono molte teorie sulla disposizione delle rampe necessarie alla costruzione.


Se si parte dall'idea che per prima venisse costruita una piramide a gradoni dentro la piramide, è probabile che le rampe collegassero un gradone all'altro invece di appoggiarsi ad angolo retto alla parete della piramide.



Altri metodi di sollevamento

Le dimensioni delle rampe e la quantità del materiale necesario per costruirle hanno stimolato la ricerca per risolvere il problema del sollevamento dei blocchi di costruzione. Quello proposto da L. Croo, usa il principio dell shaduf, in effetti gli Egizi lo utilizzavano per sollevare l'acqua.


Si conoscono alcuni modelli di ascensori oscillanti, congegni di legno simili a culle, alcuni hanno pensato che venissero usati per sollevare il blocco di pietra, che una volta caricato sarebbe stato sollevato conficcando dei cunei sotto la superficie curva per farlo oscillare verso l'alto



Problemi di geometria:

Un errore, anche piccolo, nell'angolo diinclinazione delle facce delle piramidi avrebbe provocato un grave errore al vertice degli spigoli.


I principi della costruzione delle piramidi sono note, ma le procedure esatte e le tecniche usate sono ancora sconosciute.

Alcune misure mostrano un uso accurato di

per esempio
altezza della Piramide di
perim. della base
Cheope=--------------------
2



Le conoscenze matematiche degli Egizi erano più che sufficienti ad ottenere un risultato simile con il calcolo. 

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 La piramide di Chefren




Questa piramide (XXVI sec. a.C.). che offre la particolarità di possedere ancora intorno al vertice (più a punta di quello della piramide di Cheope) buona parte dei suo rivestimento originario, è situata nel punto più alto del pianoro ed è di poco posteriore alla Grande Piramide. 136,40 m, con lati di 210,5 m alla base, presenta un'inclinazione delle sue facce di 53° e 8' e il suo volume è calcolato intorno ai due milioni di metri cubi. 

L'interno è meno interessante di quello della piramide di Cheope ed è il risultato di due progetti diversi successivi. Gli ingressi sono due, entrambi sulla faccia nord, uno a 15 m dalla base e l'altro a livello del terreno.  Questo conduce a una prima sala sepolcrale scavata nella roccia (10,42 x 3.14 m) e all'incontro con il corridoio superiore che da 11,53 m sopra il livello della base scende per 32 m con una pendenza di 25° e 55' fino a circa 3 m sotto il livello di base e si fa orizzontale portando alla sala sepolcrale (14,10 m per 4,95, alta 6,85) che è esattamente al centro della piramide. Scavata nella roccia, questa presenta rivestimenti soltanto nella volta e ospita un sarcofago reale in granito rosa, non decorato, trovato vuoto nel 1918 da Giovanni Belzoni, che, primo in epoca moderna, penetrò penetrò nell'interno della piramide (che era stata violata nel 1200). 

Quello che rende storicamente eccezionale la piramide di Chefren è il fatto che le strutture in cui era inserita sono sufficientemente conservate per offrire una valida documentazione sull'Egitto di questo periodo: essa infatti costituisce il primo esempio di insieme sepolcrale in cui è presente ogni elemento previsto dal "canone". Nel 1910 furono restituiti alla luce, ai piedi della piramide sul lato est, gli avanzi di un vasto tempio funerario, il tempio alto di Chefren, in cui sono riconoscibili le strutture essenziali distribuite in un settore accessibile ai fedeli un altro destinato esclusivamente al culto. Rettangolare, misura circa 110 m per 45  e il suo asse è orientato al centro della piramide: l'ingresso si trova est. 

Collegato a questo tempio, tramite la rampa processionale, è il tempio a valle di Chefren, l'esempio meglio conservato dell'architettura monumentale dell'antico Egitto. Esso fu scoperto nel 1852 da Mariette, che durante quegli scavi riportò alla luce anche la nota statua di Chefren, in diorite, oggi al Museo del Cairo. Gli scavi furono completati nel 1910 dalla spedizione Von Sieglin. Di pianta quadrata (circa 45 m per lato), presentava due entrate che portavano a un vestibolo e a una vasta sala ipostila costituita da un ambiente trasversale e uno longitudinale formanti una T rovesciata (i 16 pilastri monolitici in granito, gli architravi, il pavimento in calcare alabastrino e le pareti sono conservati); lungo le pareti erano probabilmente collocate 23 statue del sovrano. Il tempio era destinato alle cerimonie di purificazione e mummificazione della salma.








 

 

Spaccato della piramide: 1 ingresso superiore; 2 camera sepolcrale; 3 e 4 ingresso e camera sotterranea del primo progetto.
Planimetria dei templi di Chefren:  

A tempio alto
 

1 sala a pilastri
2 seconda sala a pilastri
3 cortile 4 cappelle

 
B tempio a valle
 

1 ingressi
2 vestibolo
3 sala ipostila a T rovesciata
4 rampa d'accesso al tempio alto.



 
La sala ipostila del tempio a valle di Chefren, l'esempio meglio conservato dell'architettura monumentale dell'Antico Regno. Questa sala ha sedici pilastri monoliti in granito rosso e la pavimentazione in calcare alabastrino, mentre la copertura era costituita da lunghi blocchi di granito appoggiati ai pilastri.

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Le piramidi di Giza
 

Alla sinistra del corso del Nilo, 11 km a sud-ovest della capitale, emerge dal Deserto Libico il complesso delle tre piramidi  risalenti alla IV dinastia (2700-2500 ca. a.C.), costituito dai tre imponenti monumenti funerari dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino.
 

Nei pressi sorgono la famosa Sfinge ,alcune piramidi minori (le tombe delle regine) e diverse mastabe di funzionari. Le piramidi di Giza erano annoverate nell'antichità tra le sette meraviglie del mondo. Sono i modelli classici di questo tipo di costruzioni. La "strada delle Piramidi" che collega la piazza di Giza con la zona archeologica, è stata inaugurata nel 1869 in occasione della visita dell'imperatrice Eugenia e ampliata nel 1932 per la visita di Vittorio Emanuele III di Savoia.

 
Le piramidi di Giza e la costellazione di Orione

Testi rituali e mitologici  scolpiti sulle pareti interne di varie piramidi  descrivono prevalentemente la morte l'aldilà.
 I testi delle piramidi descrivono la sorte del Faraone che, dopo la morte, saliva al cielo e diventava Osiride la cui celeste forma rispondeva alla costellazione di Sahu.
 
Due esperti, Otto Neugebauer e R.A.Parker hanno scoperto che si tratta della costellazione di Orione; inoltre la porta che congiungeva cielo e terra era chiamata nei testi Rostau o Rosetjau, l'attuale piana di Giza.
 
Robert Bauval (noto scrittore, autore di Il Mistero di Orione e Impronte degli Dei con G.Hancock), osservo', ancora, a proposito delle piramidi, che i cosiddetti pozzi di areazione che, nella Piramide di Cheope, portavano dalla Camera della Regina alla Camera del Re, erano orientati su certe stelle, in particolare uno di quelli della camera del Re puntava sulla stella più bassa di Orione.


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  La piramide di Micerino
 

La piramide di Micerino

Con la fine della IV dinastia si delinea una diversa organizzazione sociale: il potere del faraone tende a diminuire di fronte a una diversa distribuzione di ricchezza e autorità.
La piramide di Micerino, figlio di Chefren, riflette questa tendenza per le minori dimensioni delle precedenti tombe reali, la minor cura costruttiva e il minor rispetto dei tempi di costruzione.
 

I lati alla base misurano circa 108 m, l'altezza è di 65,50 m e il rivestimento in granito rosa di Assuan interessava 1/3 circa di questa altezza:  la parte superiore era rivestita invece di calcare bianco di Tura. La sua costruzione risale al XXVI sec. a.C. 

L'interno, il cui ingresso sulla faccia nord (a 4 m dalla base) fu ritrovato nel 1837, presenta un corridoio. scavato quasi interamente nella roccia secondo un primo progetto e oggi sbarrato, che sbocca nella parte superiore di una prima camera scavata nella roccia. Del secondo progetto fa parte il corridoio attualmente utilizzato, che dopo 31 m di pendenza diventa orizzontale e sbocca in un'anticamera (3.65 x 6 m) e termina, poco sotto al primo corridoio, in una vasta camera sotterranea (10,57 x 3,85 m, alta 4 m) che sì completa con un'altra più piccola con evidente il luogo dove era collocato il sarcofago, trasportato in un secondo tempo nella sala sepolcrale definitiva 4,50 m più in basso nella roccia, e rivestita di granito. Il sarcofago in basalto ivi ritrovato è andato perduto a causa del naufragio della nave che lo trasportava a Londra. Lungo il lato nord-est della piramide vi sono le rovine del tempio di Micerino, terminato dopo la prematura morte del re dal figlio Shepseskaf  non più in pietra, ma con un rivestimento in mattoni crudi intonacati. Nella pianta di questo tempio risulta chiara la distinzione di due aree con funzioni diverse: una parte accessibile per i servizi quotidiani al re defunto e una segreta direttamente connessa con la piramide. Poco a sud del tempio vi sono tre piccole piramidi con gli avanzi dei loro relativi templi.
La più grande era la tomba della regina Khamerernebty.


Spaccato della piramide: 1 ingresso attuale; 2 camera sepolcrale

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La piramide di Djoser
(Saqqara)


 

La piramide a gradoni del faraone Djoser, della III dinastia, fu costruita a Saqqara, in un'epoca compresa tra il 2737 e il 2717 a.C. L'imponente edificio funerario fu progettato dall'architetto Imhotep, che venne in seguito divinizzato. La piramide, costruita in calcare, è alta 61 m e rappresenta una delle più antiche testimonianze architettoniche della civiltà egizia.




In origine ideata come una mastaba a pianta quadrata anziché oblunga, successive modificazioni del progetto primitivo le diedero quell'aspetto singolare che oggi ammiriamo.
Alcuni bassorilievi, nel dedalo di corridoi sotterranei, rappresentano il re in atteggiamenti rituali e la squisita delicatezza del lavoro dimostra che gli scultori del tempo erano maestri in questa tecnica come in quella della scultura a tutto tondo della nobile statua di Djoser
seduto, che fa parte dei reperti


Interno della tomba
sezione da est a ovest: 1, mastaba primitiva; 2,prima piramide a quattro gradini; 3, piramide definitiva a sei gradini; 4, pozzo; 5, camera funeraria; 6, camera con le pareti di faïence azzurra.

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La piramide di Unas
 












La piramide di Unas (XXIV sec. A.C.), l'ultimo re della V dinastia si trova nelle vicinanze del complesso di Djoser.
Nell'interno un corridoio conduce ad un'anticamera e alla camera sepolcrale con il sarcofago reale in basalto nero, trovato vuoto. L'importanza di questa piramide deriva dalle decorazioni parietali. Sono stati incisi per la prima volta i testi funerari detti " delle Piramidi", scoperti dall'archeologo Maspero nel 1881.
 
I Testi delle Piramidi documentano, insieme con l'evoluzione dell'architettura funeraria, le concezioni sulla vita ultraterrena e del rituale che ne consegue.
Sul lato sud della piramide si possono vedere i resti di un'iscrizione geroglifica fatta apporre dal figlio di Ramesse II, Khaemuaset, e dimostrante l'interesse al restauro degli antichi monumenti.
 
Sul lato est vi sono i resti del tempio funerario, di una piccola piramide satellite e quelli imponenti della rampa processionale che conduceva dal tempio a valle a quello funerario.
Lunga più di 700 m e larga 2,60, essa formava una sorta di galleria lastricata in calcare e fiancheggiata da due muri in calcare di Tura con una copertura decorata a stelle che da sottili aperture lasciava filtrare la luce.
 
All'interno le pareti che erano ornate originariamente da bassorilievi di grande pregio artistico, dimostrano una notevole capacità descrittiva (scene di mercato) e un realismo insolitamente crudo (una carestia). A sud della rampa sono scavate nella roccia due grandi fosse a forma di barca, affiancate, lungo poco più di 40 m. con un rivestimento di calcare fine.


Ricostruzione dell'esterno della piramide




Pianta dell'interno della piramide:
1 ingresso
2 corridoio
3 vestibolo
4 anticamera
5 camera sepolcrale
s saracinesche






(WEB)

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