La chiave di volta della Medicina Ayurvedica è la costituzione individuale (Prakryti), e una volta identificata ci consente di stabilire dei profili personali, che includono la forza e la suscettibilità del singolo soggetto ad ammalarsi.
L'ayurveda si
sviluppa in diversi argomenti strettamente legati tra loro, tanto da non
poter scinderli tematicamente. In particolare, si compone di: Elementi
fondamentali; Unicità dell'individuo; Alimentazione ayurvedica, Stile di
vita auyrvedico; Cure ayurvediche e Rimedi ayurvedici. L'asse portante
non sono tanto i rimedi - i quali, seppur fortemente enfatizzati in
occidente per motivi commerciali, costituiscono se si vuole una parte
marginale - quanto lo stile di vita, quindi la filosofia. Con un volo
filosofico potremo dire che l'ayurveda e l'antroposofia*,
pur essendo radicati uno in oriente e l'altro in occidente, hanno una
base comune: sono stili di vita sia esteriori che interiori, e sono
medicine complementari. Il successo dell'Ayurveda in occidente è quindi
dovuto anche al suo porsi come medicina complementare; come tale si
affianca alla medicina tecnologica senza sostituirla.* Antroposofia:
medicina naturale-cosmica ad ampio spettro conoscitivo. La malattia è
studiata nel suo evolversi corporeo fisico, eterico, astrale e
spirituale, nell'arco di un destino che abbraccia più vite terrene.
La terapia comprende rimedi naturali, euritmia curativa, massaggio ritmico, balneoterapia, terapia artistica, pedagogia curativa (minori e handicap).
La terapia comprende rimedi naturali, euritmia curativa, massaggio ritmico, balneoterapia, terapia artistica, pedagogia curativa (minori e handicap).
Secondo l'Ayurveda il corpo fisico è pervaso da tre dosha (energie vitali) in proporzioni diverse. Questi determinano tramite il loro stato di equilibrio o squilibrio rispetto alla costituzione individuale (prakriti) lo stato di benessere o malattia dell'individuo. Ogni dosha è composto da due elementi (panca-mahabhutani) ed ha determinate qualità (guna) che li caratterizzano.
Il tipo Vata
Composto da spazio (akasha) e aria (vayu), è il principio del movimento, legato a tutto ciò che è movimento nel corpo (sistema nervoso, respirazione, circolazione sanguigna..).
Le sue qualità sono: freddezza, secchezza, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, durezza, ruvidezza e fluidità. La sua sede principale è il colon ed i suoi 5 sub-dosha sono: Prana, Udana, Samana, Apana e Vyana. Le caratteristiche primarie del Vata sono l’intercambiabilità, l’imprevedibilità, la variabilità nella forma, nella taglia, nel carattere e nell’azione. Il Vata tende ad essere slanciato con prominenze a livello delle articolazioni e delle vene, con una cute secca e fredda.
È caratteriale, entusiastico, immaginativo, impulsivo, ha molte idee, ma spesso, il vata è inconcludente. Il vata mangia e dorme in maniera molto nomade ed è molto predisposto all’ansia, l’insonnia, i disturbi premestruali (dismenorrea) e la costipazione, la sua energia è presente in modo irregolare, rendendo la sua esistenza variabile per eccellenza.
Esempio: il vata apana risiede nella colonna vertebrale, nel retto, nella vescica e nei genitali. Governa la minzione, la defecazione, le mestruazioni e il movimento del feto in uscita dall'utero. Secondo l'ayurveda, uno squilibrio di questo tipo di vata causa disturbi cono-rettali, urogenitali ed intestinali.
Il tipo Pitta
Composto da fuoco (tejas) e acqua (jala), è il dosha legato alla trasformazione, alla digestione intesa sia a livello fisico (stomaco, fuoco digestivo detto anche agni) che mentale (elaborazione delle emozioni).
Le sue qualità sono: caldo, untuoso, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, morbidezza, levigatezza, chiarezza e fluidità. La sua sede principale è l'intestino tenue ed i suoi 5 sub-dosha sono: Pacaka, Ranjaka, Sadhaka, Alochaka e Bhrajaka.
Pitta è relativamente prevedibile, di media corporatura, forza e resistenza, ben proporzionato, con carnagione rubiconda.
Il pitta ha una intelligenza rapida, articolata, acuta e può essere molto critica o passionale con brevi ed esplosivi scatti d’ira. Il pitta è un mangiatore e un dormitore regolare, ama il sole ma soffre il caldo e di disturbi a livello gastro-duodenale.
Esempio: il pitta sadhaka risiede nel cuore e governa l'intelligenza, l'intelletto, la creatività, la memoria, l'autostima, l'abilità di ottenere risultati, e gli atteggiamenti romantici. Non si è ancora a conoscenza se questo pitta, che governa le funzioni mentali più che quelle fisiche, sia il cuore stesso o agisca per tutto il corpo. Uno squilibrio mina il buon funzionamento delle suddette funzioni.
Il tipo Kapha
Composto da acqua (jala) e terra (prithvi), è il dosha legato alla coesione, al tener unito, è proprio dei fluidi corporei, lubrifica e mantiene il corpo solido ed uniforme.
Le sue qualità sono: freddezza, umidità, pesantezza, grossolanità, stabilità, opacità, morbidezza, levigatezza e densità. I suoi cinque sub-dosha sono: Kledaka, Avalambaka, Bodhaka, Tarpaka e Slesaka.
Caratteristica fondamentale del Kapha è il rilassamento. Il kapha è solido, pesante, forte, con digestione lenta, capelli abbastanza grassi, cute fredda, plicabile e pallida. Tutti i kapha sono lenti nel digerire, nel mangiare e nell’agire, dormono a lungo e profondamente, tendono a procrastinare ed ad essere ostinati e sono predisposti a livelli alti di colesterolo, obesità, allergie. Molti individui presentano una costituzione in cui si evidenziano percentualmente due o tre dosha (es. vata-pitta o pitta-vata), più rara è l’evenienza in cui vi è solo un dosha.
Esempio: il tarpaka kapha risiede nel cervello, e ne mantiene la forza. Uno squilibrio provoca mal di testa, nausea, insonnia, vertigini, diarrea e disturbi mentali.Quando i dosha sono in equilibrio e in accordo con la costituzione, il risultato è una salute vibrante con preziosi livelli d’energia. Ma quando questo delicato equilibrio è disturbato, il corpo diventa suscettibile agli "stressors" esterni, come virus, batteri, sovraccarico nel lavoro, scorretta alimentazione. Lo squilibrio nei dosha è il primo segno che lo spirito, la mente e il corpo non sono in perfetta coordinazione. Una scorretta alimentazione, provocherà un’alterazione di agni (il fuoco gastrico) e quindi la non corretta digestione del cibo con conseguente formazione di tossine (ama). L’accumulo di ama provocherà in seguito la malattia.
Secondo la Medicina Ayurvedica, l’alimentazione dovrà essere in accordo con la costituzione individuale (prakryti)
Per un soggetto vata benefico è un cibo dolce, aspro e salato, per pitta è adatto quello dolce, amaro e astringente, invece per gli individui kapha si dovrebbe scegliere un cibo dal gusto pungente, amaro e astringente.
Anche le stagioni ed il ritmo circadiano (nell’arco delle ventiquattro ore) sono presi in considerazione nell’ayurveda, così suggerimenti dietologici sono spesso prescritti con questa prospettiva ben chiara in mente.
La Medicina Ayurvedica considera primario il ripristino della salute, dopo aver compreso ed ovviamente, correttamente diagnosticato quali sono i disturbi dello squilibrio corporeo. Dopo la diagnosi, possono essere quattro i principali metodi per trattare una patologia dal punto di vista ayurvedico: "L’equilibrio dei fattori che compongono gli esseri viventi genera la salute mentre il loro squilibrio è conosciuto come malattia. La salute è definita felicità, la malattia infelicità". ( Charaka Samhita, Sutrasthana IX, 4).L'equilibrio dei dosha, causa della salute
Come descritto mirabilmente nei versi di Sushruta: “Chi ha i dosha in equilibrio, la digestione e i processi metabolici equilibrati, normali funzioni dei tessuti corporei e degli escreti, i sensi, la mente e la coscienza permeati di purezza, è chiamata persona sana (swastha)”.La causa della salute è quindi l’equilibrio dei dosha che a sua volta dipende dall’uso equilibrato di:
• tempo (kala);
• contatto dei sensi con i loro oggetti (artha);
• azione (karma).
In pratica bisogna evitare di fare un uso eccessivo, carente o improprio di tempo, sensi e azione favorendo un uso equilibrato degli stessi e applicare il samayoga cioè unione (yoga) equilibrata (sama); questi fattori rappresentano nell’insieme la regola d’oro per mantenere la salute.
Mantenere l’equilibrio dei dosha significa mantenere l’equilibrio degli elementi che costituiscono il corpo (aria, fuoco, acqua, ecc.) rimanendo nella propria costituzione originale chiamata prakriti. La conoscenza della prakriti personale è un elemento fondamentale per poter scegliere la dieta, lo stile di vita e le attività adatte alla propria natura.
I tre pilastri della salute: cibo, sonno, vita sessuale regolata
I tre dosha con le loro funzioni di movimento (vata), metabolismo (pitta) e coesione (kapha) sono i tre pilastri (tri-stambha) su cui si regge il corpo. A questi tre pilastri se ne aggiungono altri tre con un ruolo sussidiario altrettanto importante nel mantenimento della salute, chiamati tri-upastambha o tre pilastri accessori.Essi sono:
• cibo (ahara);
• sonno (nidra);
• vita sessuale regolata (brahmacharya).
L'orologio temporale dell'ayurveda
ULTERIORI LINEE GUIDA PER UNA VITA SANA SECONDO I PRINCIPI DELL'AYURVEDA
- E' preferibile esprimere per iscritto un sentimento od un pensiero particolare, piuttosto che reprimerlo
- Non dormire supini o proni; per i centri di energia del corpo è meglio dormire su un fianco;
- Non leggere a letto. Ciò danneggia la vista e riempie la mente di pensieri attivi nel momento in cui dovrebbe calmarsi.
- Non cercare di coprire l'odore del corpo con deodoranti o altre sostanze; piuttosto risolvere la causa dell'odore.
- Stare sdraiati supini sul pavimento, con dei libri tascabili sotto la testa, per 15 minuti al giorno. Questo allinea la schiena, il collo e la testa, e calma il corpo e la mente.
- Evitare la masturbazione eccessiva, in quanto porta a squilibri di vata. Evitare di avere rapporti sessuali durante il ciclo mestruale, poiché anche questo porta a squilibri di vata.
- Durante il ciclo si consiglia alle donne di evitare esercizi fisici estenuanti, comprese le posizioni yoga più difficili, quali la candela. Evitare il sesso orale e anale, considerato dall'Ayurveda non naturale ed antigienico.
CONTROINDICAZIONI DELLA MEDICINA AYURVEDICA
L'ayurveda raccomanda di usare solo rimedi e trattamenti naturali a base di erbe, che presentano poche controindicazioni. Molte di queste si basano sul buon senso (ad esempio le donne in gravidanza, i diabetici, i bambini piccoli e gli anziani non devono essere sottoposti a terapie purgative ed emetiche di panchakarma). E' importante ricordare che le cure ayurvediche devono essere prescritte solo da medici qualificati.
L'ayurveda raccomanda di usare solo rimedi e trattamenti naturali a base di erbe, che presentano poche controindicazioni. Molte di queste si basano sul buon senso (ad esempio le donne in gravidanza, i diabetici, i bambini piccoli e gli anziani non devono essere sottoposti a terapie purgative ed emetiche di panchakarma). E' importante ricordare che le cure ayurvediche devono essere prescritte solo da medici qualificati.
(fonti: ayurveda.com , ayurveda.htm, my-personaltrainer)
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