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giovedì 30 agosto 2012

CAVALIERI TEMPLARI: ANALISI STORICHE E SIMBOLOGIE


I Templari furono un ordine monastico-cavalleresco (erano allo stesso tempo monaci e soldati) fondato nel 1119 da Hugues de Payen, insieme ad altri otto confratelli, a Gerusalemme. Venti anni prima, il 15 luglio del 1099, i principi che avevano sottoscritto la Prima Crociata, indetta da papa Urbano II, avevano riconquistato Gerusalemme sottraendola ai Saraceni. Il principe Baldovino di Fiandra, fratello di Goffredo di Buglione, divenne primo re di Gerusalemme col nome di Baldovino I


Il Sigillo templareLa Terrasanta, però, continuava a rimanere terreno pericoloso per i frequenti scontri con i Saraceni che premevano per riprendersi il Santo Sepolcro, così, secondo le fonti storiche ufficiali, nacque l'idea della costituzione di un ordine militare per la protezione e la difesa armata dei pellegrini, organizzata internamente come un ordine monastico. Baldovino, il patriarca di Gerusalemme e tutto l'alto clero appoggiarono l'impresa e il re concesse loro di occupare le vaste scuderie ricavate nei sotterranei della Grande Moschea di Al-Aqsa, costruita sul luogo dove un tempo sorgeva il Tempio di Salomone. Per tale motivo, il gruppo neoformato cominciò ad essere chiamato "Cavalieri del Tempio" e quindi Cavalieri Templari. In realtà come ordine monastico vero e proprio venne approvato soltanto nel 1128, con il Concilio di Troyes, tenutosi sotto il pontificato di papa Onorio II. A spingere il papa, ancora restio all'idea che un monaco potesse essere abilitato a spargere sangue, a concedere loro il riconoscimento ufficiale fu San Bernardo di Chiaravalle, allora massimo esponente dell'ordine dei Frati Cistercensi, che redasse per loro una Regola specifica mutuata da quella dei suoi confratelli. Innocenzo II, che doveva a San Bernardo l'elezione al soglio pontificio, concesse loro nel 1139 una prima serie d'importanti privilegi. Infine Eugenio III, nel 1147, concesse ai Templari, che già indossavano il mantello bianco, l'autorizzazione ad aggiungervi una croce rossa.


Cavaliere Templare
 Nell’arco di un paio di secoli l'Ordine crebbe divenendo sempre più potente e ricco, acquistando territori in tutta Europa, ma soprattutto in Francia ed in Italia, dove furono fondate le chiese e le “mansioni” più importanti. Anche quando la Terrasanta fu nuovamente e definitivamente perduta, l'Ordine continuò a prosperare, proseguendo la sua opera di difesa dei pellegrini in Europa, lungo le strade che conducevano ai massimi luoghi di culto del tempo: il Santuario di San Giacomo di Compostela, in Galizia (Spagna) e la Basilica di San Pietro, a Roma. Celebre, a tale proposito, è la cosiddetta Via Francigena, o Romea, che collegava Roma a Canterbury, in Inghilterra, attraversando il territorio francese. In tutti i territori interessati dal suo percorso, in effetti, è ancora oggi frequente imbattersi in testimonianze della presenza di chiese, mansioni e commanderie templari. La via proseguiva oltre Roma, nell'Italia meridionale, fino ad arrivare agli importanti porti pugliesi (come Bari e Trani) che costituivano scali d'obbligo per tutte le navi che partivano per il Medio Oriente.


La Via Francigena


Agli inizi del XIV sec. i Templari erano diventati così potenti che ormai agivano per conto loro in tutti gli Stati, senza riconoscere autorità alcuna eccetto quella del Pontefice. Le immense ricchezze accumulate faceva di loro le personalità più ricche e potenti d’Europa, tanto che molti sovrani avevano ricorso a loro per prestiti finanziari (i Templari sono stati i precursori del moderno sistema bancario, con l’invenzione della "lettera di cambio", antenata degli attuali assegni circolari). Fu appunto un monarca, il Re di Francia Filippo IV il Bello, che decise di porre fine al predominio dei Cavalieri del Tempio (ed al suo debito nei loro confronti che cresceva sempre di più) riuscendo a convincere l’allora papa Clemente V a tacciare l’Ordine di eresia e a farlo perseguire. Ordini segreti vennero inviati a tutti i mandati del Re sul territorio francese, con l'obbligo di apertura simultanea ad una data ben precisa. Fu così che il 13 Ottobre 1307, di primo mattino, per ordine del Re vennero arrestati simultaneamente tutti i Templari di Francia che vennero trovati nelle loro "Case", tra i quali figurarono il Gran Maestro Jacques De Molay, il precettore di Normandia, Geoffrey de Charnay nonché l'ex tesoriere del regno di Francia. Il 13 Ottobre era un venerdì, e da allora il venerdì 13 è diventato un giorno di sventura e disgrazia. Ogni commanderia templare venne sciolta, i suoi adepti furono catturati e sotto tortura confessarono ogni tipo di nefandezza che i loro persecutori volessero attribuirgli, molti abiurarono la loro fede, altri furono arsi al rogo, altri ancora furono reintegrati in altri ordini, come gli Ospitalieri o i Cavalieri Teutonici. L’ultimo atto di questa farsa in grande scala fu il 18 Marzo 1314, quando su un'isoletta della Senna vennero arsi al rogo Jacques De Molay e Geoffrey de Charnay. Una leggenda ci racconta che prima di morire, il Gran Maestro pronunciò una terribile maledizione contro il Re ed il Papa: «Aspetto davanti al Tribunale di Dio il Re di Francia prima di trecento giorni, ed il papa Clemente V prima di quaranta giorni!». Di fatto, meno di quaranta giorni dopo, nella notte fra il 19 ed il 20 Aprile, Clemente V, che da qualche tempo soffriva di vomito incoercibile, morì a Roquemaure-sur-Rhône, nei dintorni di Avignone. Nel corso dello stesso anno moriva anche Filippo il Bello. Di una male incurabile, dissero alcuni, in seguito ad un incidente di caccia (era caduto da cavallo), secondo altri. Non solo: in poco tempo tutti i discendenti del re morirono per varie cause, e la famiglia di Filippo il Bello si estinse totalmente.


Simbologia templare


 I sigilli


Sigilli templari


Il sigillo ufficiale, più noto e diffuso tra i Cavalieri Templari, era quello che li ritraeva in due in groppa sullo stesso cavallo. Questo emblema, che all'epoca delle accuse e delle persecuzioni mosse nei confronti dell'Ordine venne interpretato come chiara allusione alla sodomia, in realtà voleva rappresentare lo spirito di fratellanza e di povertà che aveva contraddistinto l'Ordine sin dalla sua fondazione. Esso, inoltre, aveva un altro significato, a livello più profondo: simboleggiava la duplicità insita sia nella natura dell'Ordine, monastico e guerriero, sia in quella dell'uomo, divina a umana.


Il Beauceant



Vessillo templare    


Il Beauceant (spesso scritto anche in altre grafie: baussant, bauçant o beaucant) era il vessillo dei Cavalieri Templari. Sia esso in forma di scudo o di bandiera, presentava sempre la medesima caratteristica, la suddivisione in due parti simmetriche di colori opposti, bianco e nero. Il dualismo espresso da questo emblema costituisce un concetto fondamentale nelle filosofie esoteriche. Esso rappresenta le due forze cosmiche opposte e complementari, la lotta tra il Bene e il Male, il costante dinamismo dei due principi fondamentali che muove e governa il mondo. Incerta l'etimologia del termine. Alcuni lo fanno derivare dalla locuzione francese "beau séant", «che appare bello»; altri dal provenzale bausan, a sua volta derivato dall'italiano balza, che significa bordo, fascia. Ancora oggi la "balzana" è un termine araldico che indica uno scudo o uno stemma bipartito orizzontalmente, metà bianco e metà nero. Un'altra etimologia che è stata proposta è quella derivante dal termine provenzale bausan, che si riferisce ad una particolare specie di cavallo dal manto nero e ciuffi di peli bianchi sulle zampe, ma ve ne sono diverse altre, molto fantasiose.


Croci templari


Croci templari


Come per i sigilli, anche per le croci templari non c'è unicità, perché nel corso degli anni ne sono state adottate di diversi tipi e forme, e spesso neanche in maniera univoca, come si può vedere dall'immagine qui sopra. La semplice croce greca, che appare prima nella fila in alto, è stato il primo modello di croce distintiva dell'ordine. Gli altri modelli sono tutti più o meno ispirati a quello della croce patente (o croix pattèe), ovvero la croce a bracci uguali che si allargano nella parte esterna. Generalmente la presenza di una di queste croci in un sito non è sufficiente ad attribuire ad esso una presenza di Cavalieri del Tempio.


Il motto



Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam


Il motto dei Templari, che compariva sotto il stemma, era "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", che significava: «Non per noi Signore, non per noi, ma per il Tuo nome dai la gloria".



La Croce delle Otto Beatitudini e l'alfabeto segreto

La Croce delle Otto Beatitudini



 Tra le croci simboliche annoverate nel gruppo dei simboli templari, ve n'è una che ha un'importanza particolare, la Croce delle Otto Beatitudini, così chiamata perché presenta otto punte, o cuspidi, nella sua periferia esterna. Questa croce, dipinta solitamente nel colore rosso sugli edifici sacri (vedi, ad es., su questo sito, la Chiesa templare di San Francesco, a Sermoneta, LT), era comune anche all'Ordine di San Lazzaro ed a quello degli Ospitalieri, ed è rimasta oggi l'emblema ufficiale dei Cavalieri di Malta, eredi degli antichi Ospitalieri di San Giovanni e di Rodi. Questo simbolo deriva direttamente dall'Ottagono, tracciando alcune delle sue diagonali e dei suoi raggi, e pertanto ne eredita tutta la simbologia associata all'Ottonario. Una delle sue caratteristiche fondamentali è che essa si raddoppia in una croce interna più piccola (si veda, in proposito, anche la successiva figura 2, che riporta le linee di costruzione), formata da quattro triangoli isosceli identici, opposti al vertice, che assumono la forma di una croce patente.

L'Alfabeto segreto dei Templari

Fig. 1 - L'Alfabeto segreto dei Templari


È noto che i Templari facessero uso, in alcuni dei loro documenti più delicati, di un alfabeto segreto di 25 lettere (cioè l'alfabeto classico con I = J), ottenute dalla scomposizione degli elementi di questa croce, con l'aggiunta di alcuni punti interni (fig. 1). È ovvio che, dal punto di vista puramente crittografico, un sistema di questo tipo costituisce un cifrario a sostituzione del tipo più semplice, in cui a simbolo uguale corrisponde lettera uguale. Cifrari di questo tipo possono essere rotti semplicemente facendo uso delle frequenze relative delle lettere nella lingua di redazione del documento cifrato, se questa è conosciuta. Vediamo, comunque, nel dettaglio come si ottengono le varie lettere.


Derivazione dell'alfabeto segreto dalla Croce delle Beatitudini

Fig. 2 - Derivazione dell'alfabeto segreto dalla Croce delle Beatitudini


Si noterà, esaminando la figura 2 riportata sopra, che le lettere A, B, C, D sono formate dagli angoli retti che limitano l’estremità di ogni braccio della croce grande. Le lettere E, F, G, H sono formate dai quattro triangoli che formano la piccola croce interna. Le lettere I (o J), K, L, M sono formate dai quadrilateri ottenuti completando il tracciato di questa piccola croce con quello dei quattro angoli retti periferici. La lettera N è al centro, ripetuta due volte dall’incrocio delle otto diagonali dell’ottagono regolare che circoscrive la figura. Le altre lettere sono costituite dagli stessi elementi presi però con un ordine un po’ differente e aggiungendovi un punto all’interno. Orientando la croce nel modo su indicato, si nota che le lettere sono state scelte nell’ordine seguente:

Angoli retti periferici senza punto interno
A in alto
B a destra
C in basso
D a sinistra
Angoli retti periferici con punto interno
O in alto
P a destra
Q in basso
R a sinistra
Triangoli senza punto interno
E a sinistra
F a destra
G in basso
H in alto
Triangoli con punto interno
S in alto
T a destra
U in basso
V a sinistra


Considerando allo stesso modo le altre lettere formate con i quadrilateri definiti come è stato detto prima, si nota che le lettere I o J, K, L, M senza punto interno, corrispondono alle lettere X, Y, W, Z con il punto interno. La figura 2 mostra i gruppi di lettere corrispondenti ad ogni braccio della croce. Sembra che l’ordine in cui sono stati scelti gli elementi da abbinare alle lettere abbia un senso esoterico e che, nel suo insieme, la croce templare sia un pentacolo, ossia uno schema che riassume una dottrina. In tal caso sarebbe affine a quelle figure chiamate "ruote pentacolari" e di cui la croce gammata e la Clavicola di Phu-Hi sono un esempio.

L’ottonario, simboleggiato dall’ottagono e dalle otto punte della “croce delle Beatitudini”, evoca il doppio quaternario attivo e passivo, che riassume l’equilibrio costruttivo delle forme, dei temperamenti e delle energie cosmiche. L’enneade, rappresentata dalle otto punte della stella e dalla N posta al centro, richiamerebbe, secondo l’esoterismo dei numeri, il concetto che il numero nove è quello dell’armonia del trimundio, quello dell’unione della vita animale, di quella spirituale e di quella emotiva; il 9, inoltre, secondo la cabala ebraica, corrisponde alla lettera “teth” (teth) dell’alfabeto. Il suo nome divino è Tehor, che significa "Prudenza". Si può ulteriormente sottolineare che la N centrale ricorda molto la posizione della stessa in un altro enigmatico simbolo che venne adottato dai Templari, il Quadrato Magico del "SATOR", e che spesso, nei quadrati di origine templare, questa "N" viene rappresentata rovesciata.

Anche l'Esagramma, nel simbolismo di questa figura, sarebbe richiamato dal raggruppamento per sei delle lettere di ciascun braccio della croce. D’altra parte c’è chi sostiene che la pianta della chiesa del Tempio era stata concepita ispirandosi alla forma di questo pentacolo, e che nelle piante delle chiese templari di forma ottagonale è facilmente inseribile questa figura, le cui linee andranno a cadere in punti importanti al suo interno. Comunque sia, si può dire che questa croce, insieme all’alfabeto segreto, costituisce un corpo di dottrina segreta di origine orientale.

[Tratto da Luis Chochod, "Storia della Magia", 1971, Mursia]


Il Baphomet


Il Baphomet nell'interpretazione di Eliphas Levi
(Dogma e Rituale dell'Alta Magia, Parigi, 1865)


Durante il processo contro i Templari, in molte delle confessioni rese dagli imputati, risultò che essi veneravano un idolo barbuto cui davano il nome di Baphomet. Questi riferimenti fecero sì che al novero delle accuse mosse contro l'Ordine si aggiungesse quella di idolatria pagana. Le numerose descrizioni che ne sono state date sono spesso discordi tra loro, ma generalmente si può affermare che tale idolo, se mai sia esistito, era costituito da una testa, provvista di barba, spesso con due o addirittura tre volti. L'adorazione di questa testa era parte integrante delle cerimonie d'iniziazione dei nuovi cavalieri, insieme ad altre pratiche "oscure" quali quella del triplice sputo sulla croce o quella del famigerato "osculum sub cauda", il bacio alla base della spina dorsale, per le quali i Cavalieri vennero accusati anche di blasfemia e sodomia. Nonostante il fatto che molte di queste confessioni furono estorte sotto torture inimmaginabili, e poi ritrattate, i riferimenti ad una testa nel culto templare sono troppi ed in troppi luoghi diversi per essere soltanto l'invenzione di un singolo cavaliere o gruppo. Di teorie, a tale proposito, ne sono state fatte tante. Di seguito verrà esaminato un compendio di quelle maggiormente intriganti, se non proprio plausibili.


Presunto "Baphomet" sul portale
della chiesa di Saint-Merri a Parigi


L'etimologia

Un primo enigma riguarda proprio il significato del nome, per il quale sono state avanzate diverse ipotesi. Secondo alcuni il nome sarebbe semplicemente una contrazione del nome di Maometto, e deriverebbe dai contatti segreti che i Templari ebbero in Medio Oriente con i maestri arabi, durante le Crociate. Altri la ritengono una corruzione del termine arabo abufihamet, che i Mori di Spagna pronunciavano bufihimat. Questo termine significa «Padre della Conoscenza» o «Padre della Sapienza», e potrebbe indicare un principio soprannaturale o divino. Non si comprende, però, che cosa potrebbe differenziare il Baphomet da qualsiasi altro principio divino. Non mancano ipotesi ancora più fantasiose: alcuni vi vedono l'anagramma della locuzione ebraica "Tem-oph-ab" che significa, parola per parola, «doppio-uccello-generazione». Il "doppio uccello della generazione" corrisponderebbe ad un chiaro simbolo sessuale, analogo al linga ed allo yoni del culto indiano: in tal caso i Templari avrebbero continuato e rinnovato gli antichi culti fallici dell'Oriente? Sembrerebbe poco probabile. Altri ancora fanno derivare il termine dalla radice greca del verbo battezzare, interpretando la parola come «Dio che battezza nello Spirito Santo». Tra le varie ipotesi, una delle più accattivanti risulta quella formulata da Hugh J. Schonfield, uno dei maggiori studiosi dei Rotoli del Mar Morto. Nel suo libro "The Essene Odissey", Schonfield descrive un cifrario crittografico a sostituzione chiamato codice Atbash, già presente in alcuni passi della Bibbia ed utilizzato per dissimulare dei nomi in alcuni testi Esseni. Il codice Atbash consiste nel ripiegare in due l'alfabeto ebraico di 22 lettere in modo che la prima venga sostituita dalla 22°, la seconda dalla 21° e così via fino all'11°. Poggiando questo cifrario sulla base inferiore, le prime due coppie di sostituzioni sono aleph-taw e beth-shin, e queste quattro lettere, lette di seguito, formano il nome del cifrario, a-t-b-sh. Secondo questo codice il nome Baphomet andrebbe scomposto nelle sue cinque lettere del corrispondente termine ebraico, che vanno sostituite con le loro corrispondenze nel cifrario Atbash:


beth
pe
wav
mem
taw
beth
pe
wav
mem
taw
B
Ph
O
M
T


shin
wav
pe
yod
aleph
shin
wav
pe
yod
aleph
S
O
Ph
I
A


In questo modo, Baphomet traslitterato in Atbash da "Sophia", il termine esoterico che indica la "Sapienza".


Il culto della testa

caput mortuumEtimologia a parte, il significato di questa testa rimane oscuro. Può darsi che essa abbia a che vedere con le pratiche alchemiche. In Alchimia, una delle fasi principali della Grande Opera veniva chiamata caput mortuum, o "Testa di morto", ed era la "nigredo" o l'annerimento della materia che si diceva avvenisse prima della precipitazione della Pietra Filosofale. Secondo altri, però, la testa era un cranio vero e proprio, una reliquia: per alcuni la testa di Hugues de Payen, padre fondatore dell'Ordine, sul cui stemma araldico comparivano tre teste nere in campo d'oro; per altri, il cranio decapitato di San Giovanni Battista, figura di spicco nel culto templare. Alcuni autori, in effetti, sostengono che i Templari erano stati influenzati dall'eresia giovannita, o mandea, secondo cui Gesù era soltanto un "falso profeta" mentre in Giovanni veniva riconosciuto il vero Messia. Ian Wilson propone l'ipotesi che l'idolo templare non fosse altro che la riproduzione della faccia di Cristo effettuata dal Mandylion, la famosa reliquia cristiana che in seguito è stata identificata con la Sacra Sindone di Torino. Secondo le ipotesi più comuni, la Sindone fu nel periodo fra il 1204 ed il 1307 custodita dai Templari, ed essa, opportunamente ripiegata, sarebbe apparsa proprio come una testa barbuta. In effetti, nel presidio templare di Templecombe, nel Somerset (Inghilterra), venne ritrovata la riproduzione di una testa che presentava una rassomiglianza impressionante col volto impresso sulla Sacra Sindone. Per altri, infine, la descrizione terrificante che alcuni ne hanno data richiama la figura di Asmodeo, il demone guardiano del tesoro del Tempio di Salomone. I Templari l'avrebbero posto a guardia del loro tesoro ed è in questa stessa chiave che molti interpretano la presenza della statua di Asmodeo che sorregge l'acquasantiera all'ingresso della chiesa della Maddalena a Rennes-le-Château.


Il Santo Graal e il Femminino Sacro

Un ultimo filone di interpretazioni riconducibili alla figura del Baphomet è quella legata alla simbologia del Graal e del Femminino Sacro, recentemente riportata in auge dal successo mondiale del romanzo "Il Codice Da Vinci" di Dan Brown. In effetti, durante gli interrogatori che seguirono gli arresti del 1307, si parlò di una testa in altre due occasioni. Secondo i verbali dell'Inquisizione, tra gli oggetti requisiti nel Presidio di Parigi figurava uno strano reliquiario a forma di testa di donna. La parte superiore era mobile, incernierata su cardini, e conteneva alcune reliquie. Ecco come viene descritta:

«Una grande testa di argento dorato, bellissima e lavorata a immagine di donna. Nell'interno vi erano due ossa del cranio, avvolte in un piccolo drappo di lino bianco, e quindi un drappo rosso. Vi era fissata una targhetta recante la legenda "CAPUT LVIIIm". Le ossa all'interno erano di una dona piuttosto piccola.» [Oursel, "Le procès des Templiers", p. 208]

La natura della reliquia rimane misteriosa, e non aiutano certo le dichiarazioni di uno degli interrogati, che affermò che in ogni caso questa testa non aveva nulla a che fare con l'idolo barbuto utilizzato nei riti dell'Ordine. Qualcuno ha voluto leggere nella targhetta anziché la lettera "m" il simbolo virgo, il segno usato in astrologia per indicare la Vergine e la relativa costellazione. In tale accezione la stessa testa viene menzionata nei "Dossiers Secrets" di Henry Lobineau, raccolta di documenti di dubbia autenticità sul Priorato di Sion, nei quali viene identificata come "CAPUT LVIII virgo", "Testa 58 Virgo". A che cosa si riferirebbe questo rimando alla Vergine?

Una testa è ancora al centro di un altro episodio, tradizionalmente legato ai Cavalieri Templari. Eccone una delle tante versioni:

«Una nobilissima dama di Maraclea era amata da un Templare, un Signore Re di Sidone; ma ella morì giovane, e la notte in cui fu sepolta il perverso amante penetrò nella tomba, esumò il cadavere e lo violò. Allora uscì dal nulla una voce che gli comandò di ritornare dopo nove mesi perché avrebbe trovato un figlio. Il cavaliere obbedì all'ingiunzione e al momento stabilito aprì di nuovo la tomba e trovò una testa sulle ossa delle gambe dello scheletro (teschio ed ossa incrociate). La stessa voce gli comandò: "custodiscila con ogni cura, poiché sarà dispensatrice di ogni bene". Perciò egli la portò con sé. La testa divenne il suo genio protettore, ed egli poté sconfiggere i suoi nemici semplicemente mostrandola. A tempo debito, la testa entrò in possesso dell'Ordine.» [Ward, "Freemasonry and the Ancient Gods", p. 305]

Questo macabro episodio si può far risalire fino ad un certo Walter Map, che lo riportò verso la fine del XII sec. Tuttavia né Map né alcun altro autore che riportò lo stesso fatto successivamente specificano che lo stupratore necrofilo era un Templare. Ma nel 1307 la leggenda era ormai associata all'Ordine, viene menzionata più volte nei verbali dell'Inquisizione e più di un imputato dichiarò di esserne a conoscenza. Il teschio e le ossa incrociate erano un simbolo templare, dal quale sembra derivare il celebre Jolly Roger, la classica bandiera dei pirati. La storia della tomba violata venne successivamente tramandata dalla Massoneria, che mutuò dai Templari il simbolo del cranio con le ossa incrociate e spesso lo usò sulle pietre tombali degli affiliati. Ma ancor di più racconta il contesto del racconto, che potrebbe sembrare un rito iniziatico di morte e resurrezione, come quelli associati alla dea Iside. Un cronista, anzi, riporta anche il nome della donna, Yse, che richiama palesemente quello di Isis. Le proprietà magiche della testa richiamano quelle attribuite a Bran il Beato, nota figura della mitologia celtica, nonché quelle del Graal, ed a tale proposito, è bene ricordare che il mistico paiolo di Bran è stato identificato da molti autori come il precursore pagano del mito del Santo Graal. 


Il Jolly Roger e il simbolismo del "teschio ed ossa"

Il Jolly Roger



Molti oggi conoscono l'emblema del Jolly Roger, reso celebre dai tantissimi romanzi e film sui pirati: è la classica bandiera nera sulla quale spiccano uno teschio che sovrasta due tibie incrociate. Pochi, però, sanno che questo emblema ebbe con molta probabilità un'origine templare. Come molti altri termini legati alla tradizione templare (v. beauceant o Baphomet), anche nel caso del Jolly Roger l'etimologia del termine appare controversa. Secondo la teoria più diffusa esso deriverebbe dalla locuzione francese "Joli Rouge", nome dato dai Pirati francesi alla loro bandiera, originariamente di colore rosso (rouge, in francese). Il termine joli si riferiva invece al fatto che essa veniva sventolata dall'albero di bompresso, che in francese veniva chiamato "Joli Mât". I marinai ed i pirati inglesi che successivamente adottarono lo stesso simbolo masticavano molto poco di francese, e così lo steso termine anglofonizzato divenne "Jolly Roger". La tradizione vuole che questo vessillo venisse utilizzato anche a bordo delle navi dei "Poveri Soldati di Cristo e del Tempio di Salomone", come i Templari erano conosciuti originariamente. I Templari combattevano le loro battaglie anche in mare, abbordando ed affondando le navi nemiche: di qui l'analogia coi Pirati e l'adozione della bandiera col teschio e le ossa.

Secondo un'altra teoria, invece, il termine Roger faceva riferimento ad un nome vero e proprio, che in italiano corrisponde a Ruggero. Nel suo libro "Pirates & The Lost Templar Fleet", David Hatcher Childress afferma che il termine fu coniato a partire dal nome del primo uomo ad aver mostrato la bandiera, re Ruggero II di Sicilia (1095-1154). Ruggero era un famoso Templare che ebbe una disputa col Papa in seguito alla conquista della Puglia e di Salerno nel 1127. Childress dichiara che, molti anni dopo lo scioglimento dell'ordine Templare, una flotta di seguaci dell'Ordine si separò in quattro unità indipendenti e si diete alla pirateria, bersagliando le navi amiche di Roma. La bandiera quindi era una eredità, e le sue ossa incrociate rappresentavano un chiaro riferimento al logo templare della croce rossa con le estremità ingrossate.

C'è ancora un'altra leggenda relativa alla bandiera, sempre legata ai Cavalieri Templari. La notte del 13 Ottobre 1307, prima dell'arresto di massa, in gran segreto, 18 galee templari navigarono lungo la Senna e presero il mare, dirette a La Rochelle, dov'era pronta una flotta templare. I Templari, segretamente avvertiti del tranello teso nei loro confronti dal Re, avevano portato in salvo il loro Tesoro e le reliquie più preziose. Le loro vele erano state annerite con del catrame per non essere visti nella notte. Durante il viaggio in mare, i Templari superstiti si riunirono in consiglio per decidere sotto quale segno avrebbero navigato, non potendo più utilizzare la classica croce rossa in quanto ormai bandita. Al termine, fu decisa l'adozione dell'antico simbolo di pericolo, il teschio con le tibie incrociate, con il fondo mutato in nero in riferimento al colore delle vele: da quel momento nacque la classica bandiera pirata.



Cenni di toponimia templare

 Molti degli insediamenti templari in Italia sono andati distrutti oppure se ne è persa traccia. Si possono fare alcune ipotesi basandosi sui toponimi dei luoghi, ma occorre tener presente che i Templari provvedevano alle intitolazioni solo nel caso di costruzione ex-novo, mentre lasciavano il nome originale nel caso di subentro o di donazioni di chiese o di ospizi. Ciò premesso si possono fare alcune osservazioni:

- Il titolo attribuito più frequentemente alle loro chiese è "Santa Maria" seguita da un qualche appellativo (ad es., S. Maria del Tempio, S. Maria dei Franconi, ecc.)

- Gli altri santi più frequentemente usati erano gli Apostoli, S. Giovanni Battista, S. Maria Maddalena, S. Lazzaro di Betania, S. Bernardo, S. Ilario da Poitiers, S. Giorgio, S. Tommaso Becket, S. Gregorio Magno, S. Pellegrino da Tallerona, S. Dionigi di Parigi, S. Nicola e S. Caterina di Alessandria.
Altri toponimi che possono evidenziare un insediamento sono:

- colombera, colombara, palombara: ha il duplice significato di a) luogo dove stanno i colombi b) edificio posto in luogo elevato; in Terrasanta i Templari appresero dagli Arabi l'uso dei colombi viaggiatori. Tale toponimo si trova sempre nelle immediate vicinanze di insediamenti templari. Nell'ottica templare indica una torre di avvistamento con colombaia;

- commenda: toponimo appartenente all'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (o Cavalieri di Malta), attribuito, dopo il 1400, agli ex possessi templari assorbiti da detto ordine;

- grancia, grangia, granza, granziera, ganzaria, grasceta, rance e derivati: fattoria o insediamento rurale di conventi, ordini religiosi e ordini monastico-militari; usato dai benedettini e cistercensi nelle loro zone di bonifica e sfruttamento rurale ed in seguito usato dai Templari, data la stretta relazione tra i due ordini (i Cistercensi sono una osservanza benedettina);

- hospitale, ospitale, ospedaletto, ospizio, spedale: deve intendersi come ospizio o luogo di tappa; si trova, di solito, fuori le mura della città od addossato ad esse per essere in grado di accogliere i pellegrini anche dopo la chiusura delle porte d'accesso alla città;

- lebbrosario, lebbroso, lazzaretto, San Lazzaro: luogo di segregazione nel quale venivano alloggiati gli ammalati di lebbra; esistette una stretta collaborazione tra i Templari e l'Ordine di San Lazzaro: quest'ultimo raggruppava i cavalieri crociati che, in Terrasanta, venivano colpiti dalla lebbra; indossavano un mantello bianco con la croce verde e partecipavano ai combattimenti finché il morbo permetteva loro di combattere;

- mason, masone, magione e simili: dal latino "mansio" e, per i templari, dal francese "maison" (casa);

- mulino (seguito dalla specifica "del Tempio" o dal titolo di uno o più santi: ogni precettoria importante od ospizio aveva il suo corso d'acqua e relativo mulino (non è specifico dei Templari);

- pellegrino, San Pellegrino: si trova di solito lungo i più importanti percorsi di pellegrinaggio medievale; si trovano spesso presso insediamenti templari, dove, nuclei di "erranti di Dio" decisero di interrompere il pellegrinaggio e di stanziarsi;

- peschiera, piscaria, piscatoria e simili: stagno creato artificialmente per allevare il pesce; a causa dell'alto consumo di pesce da parte dei Templari ogni precettoria, autosufficiente, ne creava una nel caso non ci fossero già quelle naturali;

- Tempio: questo toponimo è sempre abbinato al nome di qualche santo o a specifiche proprietà templari (il già citato S. Maria del Tempio, oppure Casa del Tempio, Costa templare, mercato del Tempio); è da verificare se il toponimo è preesistente al medioevo trattasi di riferimento al tempio pagano.

[Tratto dall'articolo "I Templari a Varese? Solo indizi!", di Fernando Cova]



fonte (intero articolo):  angolohermes.com
 

04/02/2009

TEMPLARI E MASSONERIA 

di Mike Plato

Questa è una piccola frazione della storia segreta dell'Ordine dei Templari. Un altro piccolo contributo per comprendere le tipiche attività delle Tenebre e il grande lavoro sotterraneo della Luce

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Uno dei 9 templari, Hugo de Payens, fu incaricato dal Re dei Vigilanti di creare un Ordine che fosse lo specchio dell'Ordine di Melkizedek...A quell'epoca, quelli che saranno i 9 fondatori non conoscevano gli esseni di Qumran...Lo Spirito li condusse in Terra Santa ove i 9 conobbero il grande Hasan Sabbah, Gran maestro degli Assassini Ismailiti della fortezza di Alamut (nota come FORTEZZA DELLA SCIENZA). Qui Sabbah, anch'egli fortemente ispirato e in contatto col CENTRO MISTICO, con il LOGOS, li istruì su Gesù, sugli Esseni e su Maometto....E nacque la leggenda dei Cavalieri del Tempio. E ora veniamo alla GRANDE VERITA' che molti iniziati alla  Massoneria non accetterebbero neanche morti. Non posso dirVi da dove ho estratto questa storia, ma è la vera storia degli accadimenti successivi allo sterminio dei Cavalieri Templari. Questa storia vi farà comprendere ogni cosa e mette a tacere tutte le chiacchiere massoniche sulla loro derivazione diretta dall'Egitto dei Templi. Gli esseni affondavano le loro radici nell'Egitto iniziatico, non certo i Massoni, la cui componente egizia è dovuta all'operato di alcuni iniziati quali Cagliostro...

SE C'ERA QUALCUNO CHE ODIAVA I TEMPLARI PIU DI OGNI ALTRA COSA ERANO I CAVALIERI OSPITALIERI, LEGATI ALLE TENEBRE...ORMAI ALCUNI SAPEVANO QUALE LUCE IRRADIAVA DAL NUCLEO DEL TEMPIO, NOTO SEGRETAMENTE COME FIGLI DELLA VALLE. I TEMPLARI CHIAMAVANO GLI OSPITALIERI "CANI NERI". ANCHE FILIPPO IL BELLO E CLEMENTE V ODIAVANO FEROCEMENTE I CAVALIERI, AIZZATI DALLE TENEBRE PROPRIO COME IL SINEDRIO FU AIZZATO CONTRO GESU', SIA LUI SEMPRE BENEDETTO. IL GRAN MAESTRO DEGLI OSPITALIERI COMPRO' L'AIUTO DI DUE TEMPLARI APOSTATI PER FAR ACCUSARE L'ORDINE INTERO DI INIQUITA' ED ERESIA. QUINDI, ATTENTI, TUTTO INIZIO' DAGLI OSPITALIERI, OGGI ORDINE DI MALTA (legato al carroccio Vaticano,non a caso)...SAPETE TUTTI COSA INFLISSERO AI TEMPLARI...PROCESSI FARSA, TORTURE ORRIBILI, ESECUZIONI DA FILM DELL'ORRE.

DOPO LA MORTE DI DE MOLAY E LA SOPPRESSIONE DELL'ORDINE, ALCUNI CAVALIERI (a parte quelli rimasti in Portogallo) SI RITIRARONO IN SCOZIA, POICHE' ROBERT DE BRUCE LI AVEVA IN GRANDE CONSIDERAZIONE, DOPO L'AIUTO PRESTATO DAI TEMPLARI NELLA BATTAGLIA DI BANNOCKBURN AGLI SCOZZESI PER LA LORO INDIPENDENZA. BEATRICE DI BEQUART, VEDOVA DI DE MOLAY, CERCO' DI RIPRENDERE LE FILA. IL LORO RIFUGIO FU NELLA FORTEZZA DI KILLWINNING. TEMPO DOPO FURONO RAGGIUNTI DAL VALOROSO CAVALIERE NORBERTO DI NEWKMON, IL QUALE PORTO' LORO IL SACRO DEPOSITO DELLE "TRE PIETRE CUBICHE RITROVATE A GERUSALEMME NEL TEMPIO", E CHE IN SEGUITO FURONO TRASFERITE NEL TEMPIO DI HEREDON. 81 CAVALIERI, RADUNANDOSI, COSTITUIRONO UNA NUOVA ASSOCIAZIONE FONDATA SULLE LORO ANTICHE MASSIME, CUI FU DATA IL NOME DI "FRANCA-MASSONERIA". ESSI SI FECERO CHIAMARE "CAVALIERI MASSONI", ALLUDENDO CON CIO' AL LORO DESIDERIO DI RIEDIFICARE IL TEMPIO DISTRUTTO DALLE TENEBRE. Ora. all'ART 4 dei Capitoli Segreti dell'ANTICA MASSONERIA SCOZZESE legati al grado 30-Cavaliere Templare, è detto testualmente: LA MASSONERIA è NATA DAI CAVALIERI TEMPLARI.QUESTI LA ISTITUIRONO DOPO IL SUPPLIZIO DEL GRAN MAESTRO, PER NASCONDERE AI DESPOTI DEL SECOLO L'ESISTENZA E LA PROPAGAZIONE DEL SERENISSIMO ORDINE.
E ALL'ART.5:
TU SEI OBBLIGATO A PORTARTI ALMENO UNA VOLTA NEL CORSO DELLA TUA VITA ALLA FORTEZZA DI KILWINNING IN SCOZIA (cioè ad ABERDEEN, e ora alla MADRE LOGGIA DI EDIMBURGO)

ART.6:
IVI GIUNTO, LA TUA OBBLIGAZIONE SARA' DI VISITARE LE CENERI DEL MARTIRE DEL NOSTRO ORDINE. ESSE SI CONSERVANO SOTTO LA VOLTA D'ACCIAIO COSTRUITA DA ROBERTO DI NEWKMON. IVI RINNOVERIAI SOLENNEMENTE IL TUO GIURAMENTO DI VENDETTA

ART.8:
BEATRICE DI BEQUART, VEDOVA DEL MARTIRE, DOPO AVER ASSISTITI GENEROSAMENTE GLI AVANZI DEL SERENISSIMO ORDINE, MORI' A KILWINNING DOPO ESSERVI STATA NASCOSTA PER 13 ANNI. I CAVALIERI SUPERSTITI ALLA PERSECUZIONE SI RIFUGIARONO IN GRAN NUMERO IN SCOZIA DOPO QUEI FATTI. GIUNTI LI', RICERCARONO LUNGAMENTE LA LORO MADRE AMOREVOLE, POICHE COSI LA CHIAMAVANO.MOLTI DI LORO LA TROVARONO ORMAI SEPOLTA PRESSO LE CENERI DEL GRAN MAESTRO DE MOLAY. ALLORA PIANGENTI LE RESERO I DOVUTI ONORI E, IN MEMORIA DELLE INUTILI RICERCHE, INTITOLARONO IL LUOGO DELLA TOMA "SALA DEI PASSI PERDUTI"

ART.9:
DENTRO LA VOLTA D'ACCIAIO SI CONSERVANO LE TRE PIETRE CUBICHE DI AGATA TROVATE SOTTO LE ROVINE DEL TEMPIO...AMMIRALE E RAVVISA IN ESSE LO SPIRITO DELLA RELIGIONE DEGLI EBREI, NOSTRI PREDECESSORIScritto da : mike plato | 11/09/2008

ART.21:
ABBI SEMPRE PRESENTE E RICORDA IL GIURAMENTO CHE I CAVALIERI NERI PRONUNCIANO DOPO I TRE ANNI DEL LORO NOVIZIATO. ESSI GIURANO OBBEDIENZA AI PONTEFICI DI ROMA, DETESTANO LA MEMORIA DEL NOSTRO SERENISSIMO ORDINE, E SI OBBLIGANO A NON FARE MAI PARTE DELLA MILIZIA PORTOGHESE DI CRISTO
ART 22:
QUESTA MILIZIA FU ISTITUITA IN PORTOGALLO NELL'OCCASIONE DELLA ROVINA DEL NOSTRO ORDINE, E FU ASILO PER GLI SVENTURATI NOSTRI PROGENITORI PERSEGUITATI IN OGNI DOVE
ART 28:
PROCURA CON TUTTE LE TUE FORZE E CON OGNI MEZZO NECESSARIO DI CONCORRERE ALLA VENUTA DI QUEL GIORNO FELICE IN CUI IL NOSTRO SERENISSIMO ORDINE RICOMPARIRA' TRIONFANTE SULLA TERRA (qui si parla dell'Ordine di Melkizedek, minuscolo mio)

E' scritto:
1) All'inizio, a Gerusalemme furono chiamati CAVALIERI DELLA MILIZIA DEL TEMPIO o POVERI DELLA CITTA' SANTA a motivo della loro indigenza, e siccome ivevano di elemosine, il re di Gerusalemme, i prelati e i grandi gli diedero a gara beni considerevoli (pensate che razza di carisma dovevano avere Ugo dei Psagani e gli altri 9!)
2) I due Templari apostati, che rovinarono l'Ordine con le loro false testimonianze, avevano nome SQUIN DE FLORIAN e NOFFO DEI
3) FILIPPO IL BELLO, IL PAPA E GLI OSPITALIERI VOLEVANO METTERE LE MANI SUL PATRIMONIO TEMPLARE, MA C'ERANO LE TENEBRE DIETRO IL LORO ACCANIMENTO.L'ORDINE DI MELKIZEDEK IN TERRA DOVEVA ESSERE SPAZZATO VIA DALLA FACCIA DELLA TERRA
4)LE TERRE DELL'ORDINE IN FRANCIA, ITALIA, INGHILTERRA FURONO OFFERTE AGLI OSPITALIERI (e bravi i CAVALIERI DI MALTA!!!), ALLORA CHIAMATI ANCHE CAVALIERI DI RODI.
5) FILIPPO IL BELLO PRESE PER SE, A PARTE RICCHEZZE INGENTI, IL PALAZZO DEI TEMPLARI A PARIGI, CHE ERA QUELLO DEL TEMPLE, E VI ERA ANDATO AD ABITARE FINO AL GIORNO DEL LORO ARRESTO. AL FIGLIO DETTE UNA RENDITA SOPRA I BENI TEMPLARI, RENDITA DAVVERO COSPICUA PER QUEI TEMPI
6) LE FRECCE DI GUGLIELMO TELL E LA RIVOLUZINE D'OLANDA SI ISPIRAVANO A PRINCIPI TEMPLARI
Ora, questa è davvero grossa...
7) I TEMPLARI STESSI SI PROFESSAVANO MANICHEI, E AVEVANO IN GRANDE CONSIDERAZIONE MANI O MANETE, FONDATORE DEL MANICHEISMO E GRANDISSIMO PROFETA (uno che è un bel pò odiato da crisatiani, ebrei e musulmani, non a caso)
8) I TEMPLARI CONSIDERANO LIBRI SACRI I VEDA, LA BIBBIA E IL CORANO
9) I TEMPLARI CONSEGNARONO DELLE SCRITTURE SACRE SEGRETE AL VESCOVO ULPHILA DI UPPSALA, DOPO AVERLO INIZIATO. IL VESCOVO NASCOSE QUESTI ROTOLI ED ADESSO SAREBBERO CELATI NEI SOTTERRANEI DELL'ATTUALE UNIVERSITA DI UPPSALA


1)I TEMPLARI COMPRESERO LA VERA ESSENZA DELLA TRINITA DIVINA...COMPRESERO CHE ESSENDO NOI FATTI A SUA IMMAGINE NEL NOSTRO INTIMO, SIAMO ANCHE NOI TRINITARI, IL CHE IMPLICA CHE OSIRIDE, ISIDE, HORUS/PADRE,SPIRITO SANTO E FIGLIO, SIAMO NOI. NOI SIAMO PADRE, MADRE E FIGLIO A NOI STESSI NELLA NOSTRA VERA ESSENZA.NOI SIAMO LA VERGINE MARIA CHE PUO PARTORIRE IL CRISTO,COSICCHE IL PADRE CHE è NOI SI LIBERI DALLA CATENA MATERIALE E ASCENDA.
2) IL PADRE-L'ARTEFICE; IL FIGLIO-LA PAROLA O COMANDO; LO SPIRITO SANTO-IL FUOCO ANIMATORE, L'ETERE ELEMENTARE-LA LUCE
3) QUANDO GLI ARCONTI CAPIRONO CHE I TEMPLARI ERANO POTENTI ALCHIMISTI CHE SFRUTTAVANO LA LORO TRINITA', CAPIRONO CHE MELKIZEDEK, IL LORO NEMICO, AGIVA ATTRAVERSO DI LORO. FU DECISO DI SPAZZAR VIA IL TEMPIO...I TEMPLARI ERANO TROPPO PERICOLOSI PER LA DOMINAZIONE OCCULTA
4) I TEMPLARI INSEGNAVANO CHE IL FUOCO CHE NON BRUCIA DEL ROVETO DI MOSE' ERA L'ANIMA MUNDI (nel testo biblico MELEK YHWH, l'Angelo o Spirito di Io Sono), che MOSE' istituì IL CULTO DELL'ANIMA DEL MONDO. MOSè SEPPE DEL 7 e del 12, che era anche il simbolo della DOMINAZIONE INVISIBILE (7 pianeti e 12 segni zodiacali)
5) LA SFINGE ERA IL SIMBOLO DI QUESTO FUOCO CHE NON BRUCIA MATERIALMENTE MA ETERICAMENTE, CHE DIVORA TUTTE LE SCORIE (karmiche!). LA SFINGE, secondo i veri Templari, era l'EMBLEMA DELLA DIVINITA' INTRAPPOLATA IN QUESTO MONDO. ESSA E' ADIRATA IN QUANTO SEKHMET PERCHè LA DIVINITA, LA SCINTILLA DI LUCE NELL'UOMO, NON PUO SOPPORTARE LA PRIGIONIA IN QUESTO MONDO DI TENEBRE. I TEMPLARI SAPEVANO CHE LA SFINGE E MELKIZEDEK ERANO UNO. LA SFINGE CHIEDE AIUTO ALLE ANIME SPECIALI, CHIEDE IL SACRIFICIO PER RIDESTARSI E IN CAMBIO OFFRE MILIONI DI VOLTE DI PIU...ELLA VI DICE: DAMMI LA TUA VITA..TE LA RESTITUIRO' MILIONI DI VOLTE PIU RADIOSA E POTENTE...TANTO POCO IN CAMBIO DI TANTO DI PIU....QUESTA è L'ESSENZA DEL SACRIFICIO DELL'ORDINE DI MELKIZEDEK...LA CHIESA ROMANA, CHE DOVREBBE ESSERE FONDATA SUL PRINCIPIO DEL SACRIFICIO DELL'ORDINE DI MELKIZEDEK, DATO CHE ESSO è FONDANTE NEL MESSAGGIO DI YEOSHUA KRESTOS, LO HA VOLUTAMENTE E DELIBERATAMENTE FATTO DIMENTICARE, PER AIUTARE I PADRONI ARCONTI A TENERE INTRAPPOLATE LE SCINTILLE IN QUESTA ESTENZIONE DI TENEBRE

de_molay_small.jpg I TEMPLARI INSEGNAVANO NEL LORO CATECHISMO:

"DITEMI IL SEGRETO DEL TEMPIO".
"DISTRUGGERE SE STESSI PER RIFABBRICARE SE STESSI.NON C'è ALTRO MODO DI LIBERARSI"
"E COME DISTRUGGERETE VOI STESSO?"
"CON IL FUOCO DELL'ACQUA DELLA VITA GRATUITA CHE LO SPIRITO SANTO CI OFFRE"
"CI SARESTE MAI GIUNTO SENZA IL SERENISSIMO NOSTRO ORDINE?"
"NO, MAI. ORA SO PERCHE' L'UMANITA' NON LO CONOSCE E NON DEVE CONOSCERLO"

E' tempo di svelare un pò di segreti massonici... Nessuno sa che nel 1763 proprio ad Edimburgo vi fu una grande adunanza dei dei Cavalieri dei tre piu alti gradi massonici. Tutto questo perchè la Massoneria non aveva ereditato l'arte alchemica dai Templari. I tecnici della massoneria consultarono le opere di Lullo, Paracelso, Basilio Valentino, Sendivogius, Isacco, Giovanni Olandese, Ripley, Geber, Vanzuchten, e da esse traggono i tre gradi degli adepti col titolo dei Tre Eletti della Verità da sostituirsi all'opportunità ai veri gradi massonici

Pochi sanno che Napoleone fosse un massone. Ancor meno che il genero Giocchino Murat, Gran Maestro del Grande Oriente di Napoli, pur politicamente inferiore all'Imperatore, aveva un grado superiore in massoneria e poteva subordinarlo, cosa che Napoleone si rifiutò di fare, generando un pesante conflirro in seno all'istituzione di Rito Francese. Il fatto è semolice. Ciò che conta, o dovrebbe contare per stabilire le gerarchie tra affiliati, è il grado massonico, cui è subordinata la carica politica. Se Pinco è presidente della repubblica, e Caio un impiegato delle Poste, Caio conta molto piu di Pinco

La Massoneria più illuminata e più autenticamente tradizionale (rito scozzese) conserva ancora un'antica usanza che vi prego di rispettare con quelli che ritenete davvero fratelli: IL TRIPLO BACIO o BACIO DI PACE. Si tratta di un uso che risale agli ESSENI, trasferito ai fratelli dell'Islam e poi ai TEMPLARI. I Figli della Luce usano scambiarsi tre baci e non due. Essi sostengono che il TRE è il Cristo (Allah) e il DUE è Satana (Iblis). Le massonerie ermetiste devono questo agli insegnamenti del TRE VOLTE GRANDE, Hermes Trismegisto. Tutto quello che si deve fare, si deve fare TRE VOLTE. Melkizedek appare TRE VOLTE nella Bibbia (Genesi, Salmi, Ebrei), ed appare TRINO ad Abramo (tre angeli) e a Gesù (tre magi, o trismegisto).Il bacio è iniziato sulla guancia sinistra, poi la destra, poi ognuno bacia la fronte dell'altro per benedire l'OCCHIO DIVINO. La variante esclude il bacio in mezzo alla fronte e parte dalla guancia destra per ritornarvi

LA MASSONERIA VENERA HIRAM ABIF, IL GRAN MAESTRO E ARCHITETTO DEL TEMPIO DI SALOMONE UCCISO DA TRE CAPOMASTRI CHE TENTARONO DI CARPIRGLI IL SEGRETO. MA NON RIESCONO PROPRIO A CAPIRECHE DIETRO LA FIGURA DI HIRAM SI CELA QUELLA DI MELKIZEDEK, IL VERO GRAN MAESTRO DEI FIGLI DELLA LUCE. VI SONO ALCUNE ANALOGIE TRA QUESTO MITO E QUELLO EGIZIO DI OSIRIDE

NON VI HO DETTO CHE NOFFO DEI, IL GRANDE TRADITORE DELL'ORDINE DEL TEMPIO, NON SOLO DIVENNE POI PERSINO IL GRAN MAESTRO DEGLI OSPITALIERI, ORA CAVALIERI DI MALTA (ancor oggi legatissimi al Papa), COME PREMIO PER AVER CONTRIBUITO ALL'ANNIENTAMENTO DEGLI ODIATI TEMPLARI, MA PARE CHE FOSSE ANCHE un agente dei banchieri fiorentini interessati alla gestione mondiale delle decime papali...(fonte La guerra segreta: Templari e banchieri toscani, di Guido Araldo)

Insomma, volete comprendere come gli ARCONTI gestiscono questa sfera? questi alcuni dei tanti elementi.

LA MASSONERIA SCOZZESE DI DERIVAZIONE TEMPLARE ABIURA COMPLETAMENTE I NUMERI PARI,E IN QUESTO IMITA LA SCUOLA PITAGORICA...I LORO NOMI VENGONO SCRITTI ELIMINANDO LE VOCALI E LASCIANDO LE CONSONANTI. EVENTUALMENTE SE NE TAGLIA UNA SE IL NUMERO DI CONSONANTI RISULTA PARI. IN QUESTO, SFRUTTANO UNA TECNICA PALESEMENTE ORIGINATA DALLA CABALA EBRAICA.
VI HO GIA DETTO CHE IL NUCLEO SEGRETO DELL'ORDINE TEMPLARE ERA NOTO COME "FIGLI DELLA VALLE". TUTTI ERANO FIGLI DELLA VEDOVA, MA SOLO IL VERO E POTENTE NUCLEO INIZIATICO-ALCHIMISTO ERA QUELLO DEI "FIGLI DELLA VALLE". CIO RIMANE NELLA RITUALITA' SCOZZESE, TANTO CHE NELLA CATECHESI DEL GRADO 18 (ROSA CROCE DI HEREDON DI KILWINNING), precisamente alla SEZIONE 6, è scritto:

"LA PIETRA ANGOLARE SOPRA LA STELLA FIAMMEGGIANTE INDICA GESU' CRISTO, RE DI GERICO, FIGLIO DELLA VALLE, GRANDE ARCHITETTO DELLA VERA CHIESA"

Abbiamo quindi una testimonianza segreta e molto antica dell'espressione "FIGLIO DELLA VALLE", persino attribuita al Cristo...
Questa espressione fu rivelata per la prima volta da una delle poche, prime opere di fantasia interamente dedicata a quest'ordine "I figli della valle" (Die Söhne des Thales, 1806) di Zacharias Werner, uno dei principali tragediografi del primo romanticismo tedesco e autore di numerosi drammi fatalistici.

AL GRADO 30 DELLA MASSONERIA SCOZZESE, nel cap. detto "DECORAZIONI", si rivela una notizia che sui Rotoli di Qumran è totalmente assente, ma non per questo da considerarsi assurda. E' scritto che il GRAN MAESTRO degli Esseni fosse chiamato non solo MAESTRO DI GIUSTIZIA, ma in ebraico ACHARON SHILTON. Scopro sul mio dizionario di ebraico che SHILTON (SH-L-T-U-N) in ebraico significa AUTORITA, GOVERNO. ACHARON mi è ignota

E ORA QUALCOSA DI MOLTO IMPORTANTE ANCORA  SULLA MASSONERIA...QUESTE TESTIMONIANZE NON SONO REPERIBILI IN GIRO...SI TRATTA DI DOCUMENTAZIONI SEGRETE DI CUI SONO IN POSSESSO. QUESTA è TRATTA DAL CATECHISMO DETTO "SVILUPPO DELLA MASSONERIA" PRESENTE NEL GRADO 30 CAVALIERE KADOSH. PROVEREBBE L'ESISTENZA DI ATLANTIDE,O QUANTOMENO LA CONOSCENZA DA PARTE MASSONICA DI UNA CIVILTA' PREDILUVIANA AVANZATISSIMA:
QUEST'UOMO (ERMETE) ERA DELLA FAMIGLIA DEGLI ATLANTI CHE HANNO PORTATO NEI PAESI MERIDIONALI DELL'ASIA E SULLE RIVE DEL NILO GLI AVANZI DELLE ARTI E DELLE SCIENZE DI UN ANTICO MONDO SEPOLTO SOTTO LE ACQUE

Ora, cosa sia stata davvero Atlantide, perchè qui si allude ad arti e scienze, senza menzionare le scienze spirituali, se fossero una civiltà spiritualmente avanzata o solo tecnologicamente avanzata, o persino un simbolo di qualcos'altro (l'inabissamento è sempre un simbolo dell'occultamento della scienza sacra e del trionfo delle tenebre sulla luce), non è dato ancora sapere
Fonte:  mikeplato.myblog.it

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