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domenica 24 maggio 2015

LE RICCHEZZE DEL PAPA E DEI CARDINALI


I cardinali milionari: terreni, ville e denaro, ecco chi sono. E il popolo è affamato. Chi dovrebbe vivere di carità (secondo Gesù) invece è ricchissimo. 
Appartamenti, edifici, terreni: le fortune di tutti i cardinali, dati aggiornati ad aprile 2014.
San Pietro non aveva conto in banca” ha detto papa Francesco I di recente, il cui nome certo esprime un’intenzione quanto meno a ispirarsi alla povertà, a quella “chiesa dei poveri” tanto cara al fondatore dell’ordine mendicante per eccellenza.
Un conto in banca sembrano averlo però molti sotto la mano di Santa romana Chiesa. E anche bello cospicuo, senza contare le proprietà e i beni. Precisiamo, moltissimi ottenuti in modo assolutamente lecito, per eredità familiari o lasciti testamentari, molti dei quali raccontati dal giornalista Mario Guarino, su Vaticash, il suo nuovo libro di inchiesta edito da edizioni Koinè.


Condensati in queste pagine vi sono mesi di ricerche catastali, sui patrimoni personali di oltre cento alti prelati, dati aggiornati all’aprile 2014, tutti dichiarati regolarmente al fisco. Insomma, nessuno scandalo giudiziario, nessun libro denuncia, ma una riflessione su ricchezza e povertà religiosa, con frequenti rimandi ai vangeli e citazioni di Bergoglio.
Tra i nomi che compaiono nel libro, molto ricco e ben documentato, compare anche Monsignor Liberio Andreatta, il responsabile dell’Opera Romana Pellegrinaggi, con 38 fogli di visure immobiliari al catasto, terreni coltivati tra la Maremma e le campagne di Treviso, un edificio di 1432 metri quadrati e tre immobili in usufrutto e una serie di fabbricati rurali tra Fibbianello e Semproniano. Oppure l’arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, con 8 appartamenti e sei monolocali monolocali, 22 vani abitativi, edifici residenziali, terreni coltivati, tra cui un vastissimo agrumeto.
L’arcivescovo ciellino Ettore Balestrero, classe ’66, pur ricoprendo il ruolo di nunzio apostolico in Colombia., conserva numerose proprietà in Italia, tra cui una residenza di dieci vani a Roma, in via Lucio Afranio, altre quattro unità immobiliari a Genova e un appartamento in nuda proprietà a Stazzano, nell’Alessandrino, dove risulta anche possessore di molti terreni agricoli e boschi da taglio. Passando per il vescovo Giorgio Corbellini, comproprietario di circa 500 ettari di boschi, due fabbricati e altre centinaia di ettari di pascoli e terreni seminativi sulle colline di Bettola (Piacenza). Il cardinale Domenico Calcagno presidente dell’Apsa, intestatario di un appartamento di 6,5 vani in via della Stazione di San Pietro e altri quattro edifici residenziali nel suo paese natale.Inoltre, insieme a due parenti, è comproprietario di oltre 70 ettari di campi e vigneti in Piemonte. 


E ancora gli appartamenti di Camillo Ruini, di Carlo Maria Viganò e, per terminare in bellezza, un caso a dir poco “singolare”: quello di don Agostino Coppola, ex parroco di Carini, arrestato e condannato perché complice del clan mafioso dei corleonesi. Fu lo stesso che sposò in segreto Totò Riina quando era in latitanza. Smessi i panni da uomo di Chiesa, a don Coppola vennero sequestrati tutti i beni scoperti dai giudici di Palermo. Eppure, ad oggi, misteriosamente l’ex prete risulta proprietario di 83 ettari di uliveti e 14 di agrumeti a Carini. A nome del defunto e dei suoi familiari è registrato pure il possesso perpetuo (con l’antico sistema dell’enfiteusi) di altri 49 ettari di campagne e due fabbricati a Partinico.
Un viaggio attraverso nomi più o meno noti, che di certo riserverà non poche sorprese.

Fonte : ilnumerozero



Inchiesta Choc: Ecco quanto guadagnano preti, cardinali e Papa Francesco



Il Messaggero nei giorni scorsi ha pubblicato un piccolo vademecum su quanto percepiscono i prelati di vario livello nello svolgere le loro “funzioni” di vita religiosa. Un parroco guadagna una media di circa mille euro al mese, fino ad arrivare ai parroci con un nutrito numero di anni di servizio di anzianità che arrivano a 1200 euro al mese, offerte escluse. I Vescovi invece prendono una cifra che si aggira intorno a 3mila euro mensili. Per gli Arcivescovi capi di dicastero o di pontifici consigli lo “stipendio” varia tra i 3 e i 4mila euro. I Cardinali arrivano a percepire 5mila euro netti al mese. Non dimentichiamoci l’Ordinario Militare, che ha una pensione molto vantaggiosa perchè è a carico dello Stato (quindi la paghiamo noi) e prende 4mila euro al mese, visto che per legge il suo status vien equiparato a un generale di corpo d’armata con il relativo vitalizio per i militari di quel rango.
E ora veniamo al vertice della catena religiosa, i Papi. Francesca Giansoldati nella ricerca fatto per il Messaggero scrive che per Benedetto XVI si stabilì una rendita di “soli” 2.500 euro. Somma che andava ad aggiungersi ai diritti dei tanti libri che ha pubblicato come teologo e che ha alimentato pure una fondazione che sostiene gli studi teologici. Papa Francesco, continua la Giansoldati, invece, non riceve nessuno stipendio. Ma ha la facoltà di attingere liberamente all’Obolo di San Pietro, un fondo istituito presso lo Ior che raccoglie le donazioni in arrivo nella data del 29 giugno, solennità di San Pietro e Paolo, con lo scopo di sponsorizzare tutti i progetti benefici a lui più cari (circa 65 milioni di dollari nel 2012).








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