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mercoledì 3 aprile 2013

EGITTO: I MITI, LO ZODIACO E LA NOSTRA GALASSIA


Gli antichi Egizi erano in possesso di conoscenze astronomiche e astrologiche che permettevano loro di comprendere i fenomeni che si sono creati nella nostra galassia; conoscenze che la scienza moderna ha iniziato a decifrare solo a partire dalla metà del XX secolo. Dagli studi dell'astrofisico Dr. Paul LaViolette è emerso che i 12 segni dello zodiaco descrivono il verificarsi di una esplosione di corpi celesti ad alta energia e, attraverso ciò che ci dicono le stelle che formano le costellazioni, indicano che questa esplosione ha avuto origine nel cuore della nostra galassia.



Tradotto per Sguardi nel LogoS da Nadia Baldi


Proviamo ad esporre alcune correlazioni fra gli antichi miti, l'astrologia e la nostra galassia.


IL CODICE DELLO ZODIACO E LA SFINGE ASTROLOGICA 





 

Dagli studi dell'astrofisico Dr. Paul LaViolette è emerso che i 12 segni dello zodiaco descrivono il verificarsi di una esplosione di corpi celesti ad alta energia e, attraverso ciò che ci dicono le stelle che formano le costellazioni, indicano che questa esplosione ha avuto origine nel cuore della nostra galassia.
I segni zodiacali “spiegano” il concetto dell’esplosione attraverso l’uso di metafore. Ogni segno, attraverso la sua personale descrizione e l’insieme degli attributi associati, descrive un principio universale specifico che si è creato in natura. Così come le lettere di un alfabeto compongono una parola comprensibile quando sono collocate nel giusto ordine, anche questi principi universali, quando collocati nella giusta sequenza, raccontano una scienza di come forme ordinate (in particolare materia ed energia) si siano spontaneamente create.

Ma la sequenza secondo la quale le costellazioni sono ordinate lungo l’eclittica (l’eclittica é il cerchio massimo di intersezione dell'orbita terrestre con la sfera celeste. Visto dalla terra il sole appare nelle diverse stagioni dell'anno sullo sfondo di porzioni diverse della sfera celeste quindi sullo sfondo di diverse costellazioni: l'eclittica è, quindi, la traiettoria apparente del sole sulla sfera celeste descritta nel corso di un anno. La fascia entro cui si muove il sole è chiamata Zodiaco. - http://www.betemunah.org/mazaroth.html), non è l’ordine che correttamente rappresenta questa scienza. Lo zodiaco è stato progettato come un crittogramma che ci sfida a scoprire come riorganizzare l’ordine dei segni.

A questo punto dobbiamo porci delle domande.

  • Se il messaggio da trasmettere era così importante, perché gli artefici delle costellazioni dello zodiaco non hanno sistemato i segni zodiacali così come correttamente prevede la loro scienza della creazione della materia-energia?
  • Perché vogliono che il destinatario riorganizzi i segni  nell'esatto ordine originario in cui sono stati presentati lungo l'eclittica?
  • Perché il messaggio dello zodiaco è stato costruito come un puzzle crittografico?

Un messaggio espresso sotto forma di simboli universali può essere trasmesso da una cultura ad un’altra anche quando esiste una barriera intrinseca nel linguaggio di comunicazione. Inserendo un meccanismo di “verifica crittografica” che faccia capire al destinatario quando ha correttamente decifrato il messaggio, la civiltà che “trasmette”, quindi, fornisce un modo al destinatario sulla corretta interpretazione di questo messaggio simbolico, poiché non vi è alcuna possibilità di comunicazione diretta tra il mittente e il destinatario. L'obiettivo di questo tipo di crittogramma che è la chiarezza, non l’incomprensione, è talvolta chiamato un anticrittogramma.

Questa tecnica è stata usata negli attuali sforzi di inviare comunicazioni extraterresti come il codice cifrato utilizzato dalla sonda Pioneer 10. La stessa tecnica può essere utilizzata nelle comunicazioni trans-temporali terrestri (messaggi della capsula del tempo) come il crittogramma dello zodiaco, dove le conoscenze di molti millenni vengono trasmesse da una civiltà terrestre ad un'altra. In questo modo è possibile per una civiltà passata comunicare con una civiltà futura anche quando la lingua originaria di chi ha trasmesso è stata da tempo dimenticata.

Gli anticrittogrammi sono solitamente accompagnati da una “chiave” che facilita la loro decodifica. Nei messaggi della capsula del tempo, la chiave viene fornita con il messaggio cifrato. Il messaggio dello zodiaco ha due chiavi per aiutare a capirne il significato.

Una chiave è la sfinge astrologica, le cui parti del corpo sono formate da 4 segni dello zodiaco. La tradizione vuole che la sfinge contenga un enigma per chiunque che potrebbe far riflettere sul suo aspetto. Quando correttamente interpretato, l’”enigma della sfinge” è lo stimolo per decodificare il codice dello zodiaco. La sfinge, semplicemente, attira cercatori della verità per tentare di risolvere questo puzzle antico come le stelle che, per oltre 12.000 anni è rimasto in attesa di essere risolto.

Per esprimere la loro scienza della materia-energia creazione, i segni zodiacali devono essere collocati in un ordine sequenziale che ha un punto di inizio e di fine. Gli astrologi tolemaici hanno arbitrariamente fissato l’Ariete come primo segno dello zodiaco, ma è una scelta che porta ad un vicolo cieco.

La sfinge astrologica è costituita da quattro parti di animali: il petto e le zampe di un leone, i quarti posteriori di un toro, le ali di un'aquila, e la testa di un essere umano. Questi quattro segni fissi servono come “porta di ingresso e uscita” (chiave di interpretazione) per il messaggio dello zodiaco. Nell'antica tradizione egizia, la Aker (ITALIANO: http://it.wikipedia.org/wiki/Aker - INGLESE: http://en.wikipedia.org/wiki/Aker_(god)), una sfinge composta da una testa umana e il corpo di leone, simboleggiava l’entrata e l’uscita per la Duat (Inferi – ITALIANO: http://it.wikipedia.org/wiki/Duat - INGLESE: http://en.wikipedia.org/wiki/Duat), il regno sacro della più elevata dimensione celeste.

I quattro segni della sfinge appaiono nel simbolo della Rosa-Croce (utilizzata anche nella massoneria – ITALIANO:  http://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Croce - INGLESE: http://en.wikipedia.org/wiki/Rosicrucianism#Rose-Cross_Degrees_in_Freemasonry), che si dice sia stata indossata intorno al collo dei sacerdoti Magi iniziati.






La seconda chiave passa attraverso gli arcani maggiori dei tarocchi.
 




 

I 22 arcani dei tarocchi (di cui i primi 11 esprimono concetti metafisici simili a quelli espressi dai 12 segni zodiacali – vedi sopra-) sono apparsi per la prima volta nell’Europa rinascimentale come carte premonitrici di fortuna fra gli zingari. Ma la tradizione esoterica sostiene che questi pittogrammi risalgano all'antico Egitto e che esprimano concetti ermetici importanti della scienza che facevano parte dei misteri di Osiride.

Un documento intitolato “Un'iniziazione egiziana”, attribuito al filosofo neoplatonico del 3° secolo AD Iamblichus (http://en.wikipedia.org/wiki/Iamblichus), fornisce informazioni preziose. Questo documento riporta che un prete novizio che voleva essere introdotto ai misteri di Osiride, fu bendato dai due più anziani sacerdoti Magi e condotto dinanzi la Grande Sfinge di Giza. Il novizio volle poi passare attraverso la porta segreta, presumibilmente collocata fra le zampe della sfinge, e in un labirinto sotterraneo che conduceva nel sotterraneo del tempio di Osiride.

Anche se test sismici hanno evidenziato che una camera sotterranea può trovarsi sotto la parte anteriore della Sfinge, nessuna porta è ancora stata trovata tra le zampe anteriori. Così possiamo concludere che questa antica iniziazione possa essere stata fatta altrove e che l’iniziato bendato sia stato portato a credere che fosse il passaggio sotto la sfinge per via del suo simbolismo. Cioè, il rivestimento del lato est della Sfinge di Giza ha rappresentato la porta di Aker da cui il sole è sorto dal Netherworld (il Netherworld è il regno mistico in cui Osiride governò le anime dei defunti - http://en.wikipedia.org/wiki/Netherworld -) allo spuntar del giorno. In questi passaggi sotterranei, il novizio ha dovuto sopportare una serie di prove estenuanti preparate per testare la sua intuizione, intelligenza e forza morale. Se fosse riuscito a sopravvivere, avrebbe  dovuto riemergere in una lunga galleria, le cui pareti erano ornate con 22 affreschi simbolici le cui descrizioni sono sorprendentemente simili a quelle che si trovano nei tarocchi degli zingari. Lì, il capo dei Magi (Magus - http://en.wikipedia.org/wiki/Magi -) avrebbe dovuto accogliere il novizio e spiegargli il significato degli affreschi. Una volta appresa questa scienza gli fu proibito di rivelarla ai non iniziati altrimenti la punizione sarebbe stata la morte.




 

IL MITO DI ISIDE, IL PARALLELISMO CON LA VERGINE MARIA E IL COLLEGAMENTO CON LA NOSTRA GALASSIA

Per gli antichi Egizi, Iside, sposa di Osiride, rappresentava il centro della galassia, nell'aspetto divino di madre della creazione. Incarnava la sorgente dei raggi cosmici, della polvere interstellare e di altri elementi rari che la scienza ha scoperto, solo in tempi storici recenti, scaturire dal centro del galassia.






Uno dei segreti dell'antico Egitto è infatti la conoscenza di un Sole segreto al centro dell'universo oltre a quello che noi vediamo.
Nel linguaggio alchemico, il centro della galassia è anche chiamato il Sole nero, il Sole nascosto appunto, quello invisibile. E' il Sole segreto che incarna l'eterno femminino.

Il figlio di Iside e del suo consorte Osiride è il divino Horus, raffigurato anche mentre la dea lo allatta al seno.
Horus simboleggia il Sole che splende nel cielo. Attraverso questa metafora, il mito egizio ci dice che Iside, il centro della galassia, ha dato la vita al nostro Sole, proprio come il centro della galassia ha dato vita a tutto ciò che esiste.





(Via Lattea)


L'astrofisico Paul A. Laviolette ha esaminato i dati raccolti dalla NASA, dal telescopio orbitante Hubble e da centinaia di altre fonti, e ha elaborato una nuova teoria sulla nascita del nostro Sole e dell'universo.

Secondo LaViolette, il centro della nostra galassia sarebbe una spirale che entra periodicamente in attività attraverso delle esplosioni, e nel periodo di attività esplosiva irradierebbe una continua trasmissione di raggi gamma, impulsi elettromagnetici, polvere interstellare e altri elementi.

In sostanza, la scienza si starebbe avviando a confermare che tutto ciò che compone la nostra galassia, comprese le stelle, i pianeti, le nebulose e le comete, sarebbe il prodotto di queste forze che si sprigionano dal centro.

Una conclusione che il mito di Iside incarna perfettamente.

LaViolette ha calcolato che l'ultimo periodo di attività della nostra galassia (di cui parleremo anche nel prosieguo) risalirebbe a 13.000 anni fa e che l'esplosione sarebbe durata circa 1000 anni.
Se avessimo potuto essere presenti nel momento in cui il centro del nostro universo stava esplodendo, l'immensa emissione di luci ci sarebbe apparsa come un gigantesco occhio nel cielo; e tutti i raggi di luce che da esso si sprigionavano forse ci avrebbero fatto associare il centro dell'universo a un enorme utero.
Lo spettacolo di un utero galattico che per un migliaio di anni ha illuminato il cielo notturno potrebbe benissimo essere stato all'origine del mito di Iside, la Grande Madre, l'energia creatrice femminile da cui tutto nasce. Ma LaViolette ci dice che tutto questo sarebbe accaduto 13.000 anni fa.

In quanto madre della creazione, del resto, è molto semplice credere che sia stato durante questa fase esplosiva dell'universo che Iside abbia svelato il suo volto e che poi, al termine dell'intensissimo momento luminoso, quando il centro galattico è tornato allo stato quiescente, Iside si sia trasformata nella nera dea velata.




(Il mito di Iside e il parallelismo con la Vergine Maria)


Iside

Spesso gli antichi miti sono sopravvissuti ai popoli che li hanno creati e, con nomi diversi e con le dovute modifiche, sono entrati nella vita delle popolazioni successive. Così l'Olimpo greco ha dato vita alle divinità romane... Ma alcuni fra questi miti hanno avuto la forza di arrivare fino a noi.

La storia di Iside, Osiride e Horus, si ripropone sorprendentemente molti secoli più tardi per i cristiani nella Vergine Maria che dà alla luce un bambino, il salvatore dell'umanità. Attraverso le figure della Vergine Maria e di suo figlio Gesù, colui che illumina tutti gli uomini liberandoli dal buio del peccato e dell'oppressione, il mito della Grande Madre che genera il Sole risorge in epoca moderna.

La Vergine senza "Il peccato originale"

Ma gli insegnamenti dell'antico Egitto, patria di nascita dell'alchimia, avrebbero avuto una forza ancora maggiore: il simbolo della Grande Dea Iside si sarebbe diffuso in tutta Europa, assumendo la forma della madonna nera, una rappresentazione della Vergine Maria e del suo bambino con il volto scuro che si ritrova in molte nazioni.

 

 Spesso le madonne nere sono state ricavate da rocce vulcaniche eruttate dalla profondità della terra, nascendo così dalla stessa materia primordiale di cui è costituito il nostro pianeta: esse simboleggerebbero quindi, nel materiale stesso di cui son fatte, la sostanza originaria su cui si innestano tutte le trasmutazioni alchemiche.
Il bambino Gesù che esse tengono in braccio raffigurerebbe, secondo alcune letture, Horus, il figlio di Iside e Osiride.

Così, al centro dei misteri della tradizione cristiana potremmo trovare la rappresentazione egizia del centro della galassia che dà alla luce il Sole.

Tanto Iside che la Vergine Maria, come le divinità femminili e il femminile stesso, sono associate alla Luna.

Partendo da ciò, molte scuole alchemiche europee hanno adottato il calendario lunare di 13 mesi.
Questo calendario ha creato un tredicesimo segno zodiacale, Ophiuchus (Ofiuco), il Serpentario.




Rappresentazione medioevale della costellazione del Serpentario (Ofiuco)


Situata in perfetta corrispondenza con il centro galattico, tra lo Scorpione e il Sagittario, la costellazione di Ophiuchus era il segno segreto degli alchimisti.
Questo tredicesimo segno zodiacale è scomparso con l'avvento del calendario solare romano di 12 mesi, che ha rapidamente sostituito l'antico calendario lunare e galattico, scandendo il tempo dell'epoca moderna.



 

LO STARGATE SCORPIONE-SAGITTARIO, IL MITO DI HORUS E IL CENTRO GALATTICO

 

Il mito dell'antico Egitto narra che Horus, figlio di Osiride e Iside, da piccolo era stato punto da uno scorpione e, da quel momento, il mondo era stato inghiottito dall'oscurità fino al ritorno definitivo della luce quando Toth, dietro accorata preghiera di Iside, "esorcizzò" i veleni da Horus e li fece precipitare sulla terra. Questi veleni potrebbero essere un riferimento alla pioggia radioattiva (polvere interstellare), fenomeno spiegato in seguito.

Secondo un'altra antica leggenda, e come rappresentato nei segni zodiacali posti lungo l'eclittica, si dice che il Sagittario miri al cuore dello Scorpione, il "cuore" rappresentato dalla stella Antares (Alpha Scorpius).

La freccia del Sagittario e il pungiglione dello Scorpione indicano esattamente la posizione del centro della galassia e anche Il piede di Ofiuco (13° segno zodiacale noto anche come Serpentario) (http://it.wikipedia.org/wiki/Ofiuco), è posizionato proprio sul centro galattico. Questa plurima convergenza sembra stia ad indicare un Golden Gate (vale a dire un punto in cui l'eclittica attraversa la Via Lattea, proprio vicino al centro galattico). All'estremità della Via Lattea, si trova il Silver Gate che è collocato astrologicamente al di sopra Orione, al centro del Duat, (gli inferi degli Egizi).

Studiando l'allineamento della freccia del Sagittario '(Delta Sagittarii - Gamma Sagittarii), si può notare che, attualmente,  non è rivolta verso Antares. Tuttavia, se si calcolano le posizioni che queste stelle avevano nei primi millenni, si scopre che il cambio è avvenuto intorno al 13.865 (± 150 A.C.). A quel tempo, la traiettoria della freccia indicava, con uno scarto di due decimi di grado di marcatura, la posizione del centro galattico.

Anni addietro, effettuando l'analisi dei carotaggi prelevati nei ghiacci dell'Antartide, gli esperti erano rimasti perplessi nello scoprire un picco "unico" di acidità, definito "la principale ipotesi", che nell'arco di un intero secolo, ha depositato circa 18 volte così tanta pioggia radioattiva quanto la più grande eruzione vulcanica nota (Hammer et al., 1997).

Il Dr. LaViolette, venuto a conoscenza di questo dato, ha scoperto che questo picco è iniziato intorno al 13.880 A.C. e segna il passo intorno al 13.785 A.C.. Quindi, attraverso la data indicata dall'allineamento della freccia del Sagittario, ha ipotizzato di aver finalmente trovato la prova degli eventi catastrofici descritti nel messaggio cifrato dello zodiaco.

Gli esperti erano rimasti sconcertati dalla regolarità con la quale i livelli di questa pioggia radioattiva sono aumentati e diminuiti e la lunga durata di ogni ciclo che è durato molto più a lungo rispetto a qualsiasi eruzione vulcanica nota.
Il Dr. LaViolette ha riscontrato che il periodo di questo ciclo corrispondeva a quella del ciclo solare di 11 anni.

In seguito, il team della sonda spaziale Ulysses aveva annunciato che le misurazioni indicanti la percentuale di afflusso di polvere interstellare nel sistema solare, varia ciclicamente con la fase del ciclo solare a causa del crescere e calare della pressione verso l'esterno del vento solare.
Di conseguenza, LaViolette ha concluso che questi acidi possono essere stati depositati da un grande afflusso di polvere di origine interstellare o portato da una cometa.
Sulla base della quantità di polvere depositata con queste piogge radioattive, poté calcolare la densità di questo materiale tra la Terra e il Sole e scoprì che era sufficientemente elevata per produrre un assorbimento, nella misura dell'8%, di parte della radiazione solare visibile che raggiunge la terra.
L'afflusso di questo materiale nebulare proveniente dal Sole potrebbe spiegare perché il sole aveva cominciato a diventare molto attivo in quel periodo con il flusso dei raggi cosmici solari in aumento fino a 50 volte o più.
Questa "incursione" di polvere ha avuto un effetto climatico decisivo, perché ha segnato l'inizio della fine dell'era glaciale.
Un episodio di caduta di polvere interstellare di tale portata, conferma la fine dell'era glaciale che LaViolette aveva già ipotizzato nella sua tesi di dottorato di ricerca.


Dopo aver esposto queste brevi correlazioni, possiamo rilevare qual’era l’importanza della commemorazione di questo importante evento astronomico nella tradizione di culture antiche.

La comprensione, da parte dei popoli antichi, di un evento di tale portata, costituisce la più antica osservazione astronomica conosciuta, e suggerisce che tali popoli, fossero in possesso di una conoscenza scientifica di elevato livello, conoscenza che, gli attuali esperti e studiosi hanno raggiunto, pur con il supporto delle migliori tecnologie disponibili, solo a distanza di millenni 



 Tradotto per Sguardi nel LogoS da Nadia Baldi

1 commento:

  1. Tutto interessante, a parte la solita tirata sull' "eterno femminino" che infesta come la peste ormai ogni rilettura alternativa di storia e scienza. Non se ne può sinceramente più di questa sciocchezza. Per il resto, ripeto, spunti molto interessanti.

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