Forma ridotta del Settenario
e il suo significato simbolico
e il suo significato simbolico
In ogni processo evolutivo c'è sempre una materia grezza che si
trasforma e si affina. Passando attraverso le varie fasi del processo,
la materia grezza perde le scorie che l'appesantiscono e finisce per
assumere una natura più nobile.
Nella scala graduata in sette livelli, la prima terna sta a
rappresentare la natura inferiore la quale, ribaltandosi attorno
all'asse centrale, si trasforma in una natura più raffinata e viene a
situarsi, rispetto alla prima, in posizione speculare.
Di Carlo Splendore
Se, per esempio, la terna inferiore del settenario rappresenta la
componente materiale dell'uomo, quella superiore non può che riferirsi
alla sua essenza di segno opposto, cioè immateriale: caduca, peritura e
mortale la prima, duratura e imperitura la seconda; portata all'errore,
all'approssimazione e al difetto la prima, suscettibile di
perfezionamento e tesa alla perfezione e alla verità la seconda;
soggetta alle leggi limitative dello spazio e del tempo la prima,
emancipata da tali limitazioni la seconda, per la quale valgono gli
attributi inerenti ai concetti di infinito e di immortalità (libertà,
creatività, armonia, ecc.).
Se ora sostituiamo i numeri che compaiono nella terna inferiore e in
quella superiore con le loro rispettive somme, otteniamo la seguente
forma ridotta del settenario:
18
— 4 —
6
— 4 —
6
la quale, con la riduzione teosofica del termine superiore diventa:
9
— 4 —
6
— 4 —
6
Osserviamo subito che quest'ultima forma mette una volta di più in evidenza quanto avevamo trovato più sopra e cioè che l'inferiore che ascende si ribalta e s'inverte. E si tratta di una duplice inversione a seguito della quale l'alto diventa basso (e viceversa) ed avviene lo scambio della destra con la sinistra:
Ne possiamo dedurre che la terna inferiore sta a significare una realtà
rovesciata rispetto a quella rappresentata dalla terna superiore.
Come curiosità notiamo che ad un analogo risultato si perviene adottando il sistema di numerazione romano.
In cifre romane abbiamo:
Come curiosità notiamo che ad un analogo risultato si perviene adottando il sistema di numerazione romano.
In cifre romane abbiamo:
IX
— IV —
VI
— IV —
VI
Se ora proviamo a ribaltare il VI intorno al suo asse verticale otteniamo: IV che, sovrapposto alla sua immagine speculare dà: IX.
Quindi anche in questo caso il nove e il sei risultano legati da una doppia corrispondenza speculare.
Vediamo ora quale significato può essere attribuito alle due terne.
Secondo la Cabala il 18 corrisponde alla distribuzione gerarchica della Luce, al dogma, all'esoterismo, ai misteri.
Secondo la Cabala il 18 corrisponde alla distribuzione gerarchica della Luce, al dogma, all'esoterismo, ai misteri.
Un capitolo della Cabala è la Gematria, parola che vuoI dire
letteralmente "calcolo alfabetico" o "valutazione numerica della
parola". Questa pratica fu coltivata dai rabbini come una vera e propria
scienza; la si trova soprattutto nella letteratura esoterica ebraica,
ma anche in quella greca e nel pensiero gnostico e cristiano dei primi
secoli. La Gematria ricerca l'interpretazione simbolica numerica di
intere parole o delle prime lettere di una parola.
Un esempio di esegesi gematrica cristiana è contenuto nella "Epistola di
Barnaba". In questa lettera, attribuita dall'antichità all'apostolo
compagno di S. Paolo, l'autore vede nel numero 18 l'indicazione delle
prime due lettere del nome di Gesù (IhsouV). Questa interpretazione si basa sul significato numerico delle due lettere dell'alfabeto greco: I H (=10+8).
Furono molti i procedimenti adottati in questi calcoli speculativi e
divinatori. Uno dei metodi consisteva nell'attribuire ad ogni lettera
dell'alfabeto il valore numerico che si ottiene sommando al numero che
corrisponde alla sua posizione nell'alfabeto tutti i numeri che lo
precedono, cioè lo stesso criterio che abbiamo visto a proposito della
costruzione della serie triangolare. È con questo procedimento che viene
attribuito al Cristo (CristòV) il numero 18.
Restiamo nell'ambito della cabala pratica e vediamo ora quale
significato essa attribuisce al numero 9. Nelle "Clavicole di Re
Salomone" si legge che questo è il numero dell'iniziato, il grande
numero magico. Nove, infatti, sono i gradi dell'iniziazione la quale,
essendo una rigenerazione spirituale, avviene nel mistero. Sempre
secondo i cabalisti questo numero, essendo il quadrato di tre e quindi
tre volte trinitario, si riflette nel cielo nei nove cori degli angeli
che governano le sfere celesti.
Sappiamo che con il 9 si conclude l'enneade, che era la base dell'antico
sistema di numerazione greco e la lettera che vi corrisponde è la q, inizio della parola qeòV,
che vuol dire Dio. È simbolo di verità totale, completa e immutabile
perché il 9, moltiplicato per qualsiasi numero, non muta la sua identità
giacché dà un prodotto che riproduce sempre il 9.
Per quanto riguarda quindi il significato da attribuire alla terna
superiore del settenario, tutta la letteratura esoterica è concorde nel
ravvisare in essa un contenuto di natura mistica, spirituale e divina.
Il 6 che compare nella terna inferiore è anch'esso un numero che gli
iniziati pitagorici consideravano perfetto, essendo uguale alla somma
dei suoi divisori: 1, 2, 3. Essi lo attribuivano alla Natura e lo
rappresentavano con l'esagramma, due triangoli incrociati, o stella a
sei punte, detto anche "Sigillo di Salomone" (Fig. 1).
Per alcuni autori il 6 è il simbolo della vita inorganica.
Può anche riferirsi al cubo (6 facce, 12 spigoli), che è il solido al quale Platone fa corrispondere la Terra. Allo stesso risultato si perviene attraverso l'esame della terna inferiore espressa in funzione della serie dei numeri naturali. Se facciamo corrispondere a questi il numero delle dimensioni della realtà oggettiva, abbiamo: 1 = dimensione lineare; 2 = superficie; 3 = spazio tridimensionale; cioè. la nostra realtà fisica.
Abbiamo detto più sopra che nella terna inferiore è rappresentata una realtà speculare di quella della terna superiore.
Può anche riferirsi al cubo (6 facce, 12 spigoli), che è il solido al quale Platone fa corrispondere la Terra. Allo stesso risultato si perviene attraverso l'esame della terna inferiore espressa in funzione della serie dei numeri naturali. Se facciamo corrispondere a questi il numero delle dimensioni della realtà oggettiva, abbiamo: 1 = dimensione lineare; 2 = superficie; 3 = spazio tridimensionale; cioè. la nostra realtà fisica.
Abbiamo detto più sopra che nella terna inferiore è rappresentata una realtà speculare di quella della terna superiore.
Quindi il mondo della manifestazione fisica nel quale siamo immersi
(terna inferiore) si deve intendere come il riflesso di un mondo
iperfisico le cui caratteristiche sono tipiche della dimensione
spirituale. Possiamo in sintesi parlare di Cielo e Terra in posizione
speculare. Il nostro piano di esistenza risulta essere rovesciato
rispetto a quello spirituale. Ci troviamo immersi in una realtà
psicofisica apparente e ingannevole, le cui leggi inducono in noi un
comportamento che è in antitesi con quello previsto dall'ordinamento del
mondo reale.
Al di sopra dell'asse mediano ritroviamo il Sistema di cui parla Pietro
Ubaldi in "Cristo e la sua legge", retto da leggi divine e regolato
secondo armonia (Fig. 1).
Al di sotto, nell'Antisistema, vigono le leggi terrene della prevaricazione e del caos. Per ottenere la conversione dall'Antisistema al Sistema, cioè per passare dall'immagine riflessa, illusoria e virtuale, all'oggetto reale occorre operare una duplice inversione.
Al di sotto, nell'Antisistema, vigono le leggi terrene della prevaricazione e del caos. Per ottenere la conversione dall'Antisistema al Sistema, cioè per passare dall'immagine riflessa, illusoria e virtuale, all'oggetto reale occorre operare una duplice inversione.
Infatti il 6 diventa 9 solo a seguito di due rotazioni: l'una intorno ad
un asse verticale, l'altra intorno ad un asse orizzontale:
I due assi incrociati sono i bracci di una croce.
La croce assume così il significato di chiave del processo di mutamento di direzione, o di inversione di tendenza, che è implicito nel termine "conversione". In effetti si tratta di attuare un vero e proprio capovolgimento nell'orientamento del proprio io, sia sul piano orizzontale (asse verticale), cioè nei rapporti con gli altri, sia su quello verticale (asse orizzontale) e cioè in relazione alla realtà trascendente.
Abbiamo visto che la dimensione fisica si comporta come uno specchio,
essa riflette un'immagine virtuale della realtà. In essa la destra ha
preso il posto della sinistra (e viceversa) e il basso è in luogo
dell'alto (e viceversa). Sul piano dei rapporti sociali è la furberia
che trionfa, insieme con l'inganno e il tornaconto.
Operare la conversione nel segno della Croce significa attuare una
duplice inversione di tendenza. La direzione centripeta impressa
dall'egoismo s'inverte in altruismo e generosità.
La spirale involutiva, innescata dalla natura istintiva ed animale, s'inverte verso l'aspirazione al superamento di sé ed ha inizio l'ascesa in direzione del Cielo.
La spirale involutiva, innescata dalla natura istintiva ed animale, s'inverte verso l'aspirazione al superamento di sé ed ha inizio l'ascesa in direzione del Cielo.
Nota: In un frammento di Atti Gnostici della raccolta di Lino, chiamato "Il Martirio di Pietro", leggiamo:
...Donde il Signore ha detto in un Mistero: "Se non fate la Destra simile alla Sinistra e la Sinistra simile alla Destra, il Disopra simile al Disotto, il Davanti al Dietro, non conoscerete il Regno di Dio". (George R.S. Mead -"Gnosticismo e Iniziazione").
Riguardo alla materia, all'energia e all'intima costituzione dell'uomo (corpo fisico più i cosiddetti corpi "sottili") possiamo così riassumere la composizione del settenario:
...Donde il Signore ha detto in un Mistero: "Se non fate la Destra simile alla Sinistra e la Sinistra simile alla Destra, il Disopra simile al Disotto, il Davanti al Dietro, non conoscerete il Regno di Dio". (George R.S. Mead -"Gnosticismo e Iniziazione").
Riguardo alla materia, all'energia e all'intima costituzione dell'uomo (corpo fisico più i cosiddetti corpi "sottili") possiamo così riassumere la composizione del settenario:
Fig. 1 - Rappresentazione simbolica del piano della creazione.
Valore ghematrico della parola greca gh = Terra:
γη= 6 + 36 = 42 = 6 (6 = triangolare di 3
36 = triangolare di 8)
Valore ghematrico della parola greca pur = Fuoco:
Valore ghematrico della parola greca pneuma = Spirito:
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Note:
(4): Pietro Ubaldi (1886-1972) è l'autore di un sistema filosofico che abbraccia un po' tutti i rami del sapere e fornisce un quadro completo della realtà in una visione unitaria dei fenomeni e delle leggi che li regolano. Egli ebbe la prerogativa di attingere a fonti di conoscenza intuitiva capaci di fondere in sintesi logica scienza e spirito. È l'autore di un'opera monumentale in 24 volumi, il primo dei quali, "La Grande Sintesi", può essere considerato il suo capolavoro. Sono pagine dense di profonde verità e tutte pervase di un'alta spiritualità.
...a proposito di Corpo Sottile
Il Microcosmo-Uomo
e la sua intima costituzione
È ovvio che il concetto di microcosmo applicato all'uomo non può essere limitato alla sola dimensione fisica.
Infatti l'uomo, al contrario dell'animale, non è soltanto caratterizzato
dal movimento e dal sentimento: egli è anche il portatore di una
personalità.
Secondo la "Scienza dello spirito" l'Io personale dell'uomo non si
manifesterebbe solo nei fenomeni della vita cosciente, ma eserciterebbe
la sua azione organizzatrice nel creare la sua materia corporea, la
materia dello strumento fisico attraverso il quale l'Io stesso si
manifesta.
È un'azione che si svolgerebbe nella più profonda incoscienza (tema
inferiore del settenario delle funzioni vitali) appunto perché si
esplicherebbe a livello delle cellule e/o di aggregati cellulari.
"Le stesse qualità animico spirituali che, nelle loro manifestazioni entro la coscienza, entro la vita interiore dell'uomo, noi sperimentiamo come pensare, sentire o volere, sotto un altro aspetto sono le forze che suscitano e regolano i processi fisiologici entro gli organi del corpo".
"Le stesse qualità animico spirituali che, nelle loro manifestazioni entro la coscienza, entro la vita interiore dell'uomo, noi sperimentiamo come pensare, sentire o volere, sotto un altro aspetto sono le forze che suscitano e regolano i processi fisiologici entro gli organi del corpo".
Secondo questa visione globale dell'Uomo, concepito come vettore di
forze fisiche, psichiche e spirituali, l'Io provvederebbe alla
fabbricazione dell'umana proteina ed eserciterebbe un ruolo analogo a
quello del Sole nel macrocosmo, centrale e ordinatore.
I sapienti di ogni tempo, gli spiriti illuminati di oriente e di
occidente, ci hanno da sempre tramandato un antico insegnamento circa
l'intima costituzione dell'Uomo.
Secondo queste antiche dottrine, il corpo umano è costituito dal corpo fisico vivificato dal corpo vitale (o eterico).
Secondo queste antiche dottrine, il corpo umano è costituito dal corpo fisico vivificato dal corpo vitale (o eterico).
Il "corpo eterico" è il portatore delle caratteristiche psichiche più
durature, le abitudini e le tendenze più radicate attraverso le quali
siamo legati al nostro tempo, alla nostra famiglia e alle nostre origini
etniche. E sede dell'anima vegetativa.
Il complesso degli impulsi, sentimenti e desideri costituisce l'anima
senziente del "corpo astrale". I sentimenti che sono patrimonio della
nostra personalità e ci distinguono dagli altri membri della stessa
famiglia o del popolo cui apparteniamo, sono legati al corpo astrale.
Il quarto elemento, il quarto "arto", dell'Uomo è l'Io.
"Nel nome che l'anima dà a se stessa, il Dio comincia a parlare in noi;
ed è questo che eleva l'Uomo sull'animale... Quando egli (il veggente)
investiga il corpo astrale, osserva che tutto in esso è in moto
incessante, tranne un piccolo spazio di forma ovoidale allungata e di
colore azzurrognolo, posto alquanto dietro la fronte, verso la radice
del naso: 'si trova unicamente nell'uomo', meno percepibile nelle
persone colte che nelle incolte; più chiaramente visibile nei selvaggi.
In quel punto non vi è veramente nulla, è uno spazio vuoto... Questa è
l'espressione esteriore dell'lo".
Ciò che del corpo astrale viene elaborato dall'Io è il Sé spirituale
(Manas), il quinto costituente dell'Uomo. Il "discepolo" che impara ad
evolvere il proprio corpo eterico sviluppa in modo cosciente lo Spirito
Vitale (Buddhi). Colui che ha imparato a signoreggiare il proprio
respiro, la circolazione del sangue, a dominare i propri pensieri, ha
formato in sé l'Uomo Spirito (Atma).
Con il regno minerale l'Uomo ha in comune il corpo fisico, con le piante
e con gli animali, il corpo eterico. Il corpo astrale è sia dell'uomo
che dell'animale.
Secondo l'Antroposofia i sette "arti" della natura umana sono: corpo fisico - eterico - astrale - lo - Manas - Buddhi - Atma.
Ogni uomo ha sviluppato le prime quattro parti. Allo stadio attuale
della nostra civiltà la quinta parte è solo parzialmente sviluppata; le
altre sono ancora in germe.
Ritroviamo qui l'"intimo firmamento" della cosmobiologia di Paracelso
(Philosophia Sagax), cioè il corpo invisibile dell'uomo, dominato dai
due elementi superiori Aria e Fuoco e sede dei fenomeni psichici (vedi
il corpo astrale e il corpo mentale della dottrina yoga), da distinguere
dal corpo elementare, sede di processi chimici relativi ai due elementi
inferiori Terra e Acqua (corpo fisico e corpo eterico).
Segue un quadro riassuntivo comparativo degli elementi costituenti della
natura umana secondo alcune dottrine antiche e moderne, posti a
confronti con la scala dei pianeti della antica astronomia.
L'Io diffonde la sua luce nell'Anima e la trasmuta.
Corpo eterico: corpo vitale che interpenetra il fisico e lo forma.
Corpo astrale: corpo animico sede dell'anima senziente.
lo: sede dell'anima razionale. Diffonde la sua luce nell'anima.
Sé spirituale: è il corpo astrale dominato e trasformato dall'Io mediante lo sviluppo intellettuale, la purificazione e la nobilitazione dei suoi sentimenti.
Spirito vitale: trasformazione subita dal corpo eterico a seguito dei forti impulsi della fede religiosa e degli influssi spirituali della vera arte.
Uomo spirito: è il risultato dell'attività dell'Io sulle forze spirituali che presiedono alla formazione e alla disgregazione del corpo fisico.
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